Epatite C

Illustrazione 3d di un fegato per descrivere l'Epatite C

 

L’epatite C è un’epatite acuta di origine virale causata dal virus dell’epatite C (HCV). L’infezione da HCV può passare dalla forma acuta alla forma cronica, e l’epatite cronica può progredire a cirrosi epatica, una condizione che favorisce l’insorgenza del tumore al fegato. Dal momento che l’infezione da HCV è spesso asintomatica, molti pazienti non sono a conoscenza di essere stati contagiati.

 

Non sono ancora stati sviluppati dei vaccini con cui si possa prevenire l’epatite C, ma oggi esistono degli antivirali in grado di eliminare completamente il virus dall’organismo portando alla guarigione.

 

 

Indice degli argomenti

 

 

Quali sono le cause dell’epatite C?

Il virus dell’epatite C è un virus a RNA che appartiene alla famiglia Flaviviridae. Il genoma virale, costituito da un filamento di RNA, è contenuto in un involucro proteico, il capside, a sua volta circondato da un rivestimento lipidico, l’envelope. Infettando le cellule del fegato, il virus stimola una risposta infiammatoria e immunitaria che causa il malfunzionamento dell’organo.

 

L’HCV è un virus che muta molto velocemente, una caratteristica che ha ostacolato lo sviluppo di vaccini specifici. Sono stati identificati 8 tipi principali di HCV e più di un’ottantina di sottotipi; i genotipi più diffusi sono l’1, soprattutto nei paesi ad alto reddito, il 3, che è il più comune in Asia meridionale, e il 4, che è il più comune in Medio Oriente e Africa settentrionale; il genotipo influenza il decorso della malattia e la risposta alla terapia antivirale.

 

 

 

 

 

Come si trasmette l’epatite C?

L’epatite C si trasmette prevalentemente per via parenterale. Tipicamente il contagio avviene attraverso una puntura della pelle con un ago attraverso cui il sangue di un soggetto infetto penetra nel corpo di un soggetto sano. Ciò può avvenire in occasione di procedure mediche, come un’iniezione, un’emotrasfusione, la dialisi, o attraverso lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti.

 

Anche procedure estetiche come piercing e tatuaggi rappresentano una potenziale fonte di contagio, specialmente quando eseguite in contesti non idonei dove si riutilizzano aghi monouso e si impiega materiale contaminato da sangue infetto. In Italia, il rischio di contrarre l’epatite C attraverso una trasfusione di sangue è estremamente basso perché il sangue dei donatori e gli emoderivati vengono sempre testati per escludere la positività al virus.

 

Sebbene sia possibile, raramente il virus si trasmette per via sessuale. La trasmissione dalla madre al bambino, detta trasmissione verticale è possibile ma rara: avviene nel 6% dei casi, o nell’11% se la madre è anche HIV-positiva.

 

 

Sintomi e caratteristiche dell’epatite C

Il periodo di incubazione, durante il quale i pazienti sono già contagiosi, è tipicamente di 2-12 settimane. Successivamente insorge un’epatite acuta lieve; la maggior parte dei pazienti resta asintomatica, e solo il 10-15% presenta sintomi simili a quelli dell’influenza, con dolore muscolare, dolore articolare, dolore localizzato nel quadrante superiore destro dell’addome, urine scure e ittero, quest’ultima una colorazione giallastra della pelle e della sclera, la parte bianca dell’occhio.

 

In rari casi (<1%) si può avere un’epatite fulminante; i fattori di rischio per questa complicanza, potenzialmente letale senza trapianto di fegato sono la co-infezione con HIV, l’epatite B cronica e le terapie con farmaci immunosoppressivi.

 

 

Illustrazione con i principali sintomi dell'epatite c

 

 

Come si effettua la diagnosi di epatite C?

L’epatite C può essere sospettata in soggetti a rischio di esposizione al virus o che hanno elevati livelli di transaminasi e di bilirubina, marcatori di danno epatico. L’infezione da HCV viene diagnosticata ricercando nel sangue il virus o gli anticorpi specifici contro il virus.

 

Gli anticorpi anti-HCV (HCVAb) sono misurabili col test sierologico entro 12 settimane dall’infezione; prima che gli anticorpi compaiano o per confermare il test sierologico si ricorre a un test molecolare per rivelare la presenza dell’RNA dell’HCV o a un test immunologico in grado di individuare l’antigene core del dell’HCV (HCVcAg). Il genotyping, ossia l’individuazione del genotipo virale, può essere utile per la scelta della terapia più efficace.

 

 

Come si cura l’epatite C?

La cura dell’epatite C consiste nella terapia con farmaci antivirali ad azione diretta. Questi farmaci interferiscono con la replicazione del virus andando a bloccare delle molecole indispensabili al processo: la proteasi NS3/4A, la polimerasi NS5B e la proteina NS5A.

La terapia dura in genere 8-12 settimane, è somministrata per via orale e ogni compressa contiene solitamente due o tre antivirali che agiscono su molecole diverse. È importante iniziare la terapia subito dopo la diagnosi. Un paziente è detto guarito dall’HCV quando nel sangue non sono più rilevabili tracce di RNA virale a distanza di 12 settimane dall’interruzione della terapia: in questo caso si parla di risposta virale sostenuta (SVR), che riduce significativamente il rischio di complicanze e di cancro al fegato.

 

 

Foto di donna con occhi con ittero, una delle manifestazioni tipiche di problematiche al fegato come l'epatite c

 

 

Quali sono le complicazioni dell’epatite C?

L’HCV viene eliminato dal sistema immunitario in 6-12 mesi, tuttavia nel 50-80% dei casi l’infezione da HCV diventa cronica. L’epatite C cronica è caratterizzata dalla persistenza dell’RNA dell’HCV dopo più di 6 mesi dall’infezione acuta e dalla concomitante presenza di anticorpi anti-HCV.

 

L’epatite cronica degenera in fibrosi e in cirrosi epatica e può portare all’insufficienza epatica. Il 15-20% dei pazienti muore nel primo anno di cirrosi scompensata. A distanza di anni i soggetti con epatite cronica possono sviluppare un carcinoma epatocellulare (HCC), la forma più comune di tumore al fegato; i principali fattori di rischio per il tumore sono il sesso maschile, l’abuso di alcol, il diabete, la steatosi epatica e una concomitante epatite B.

 

L’infezione da HCV si associa anche a numerosi manifestazioni extra-epatiche. Per esempio, chi soffre di epatite C cronica ha un’aumentata probabilità di andare incontro a crioglobulinemia, una forma di vasculite in cui nel sangue sono presenti immunocomplessi che precipitano alle basse temperature; questi pazienti possono inoltre andare incontro a malattia renale cronica, diabete e linfoma non Hodgkin.

 

Le donne in età fertile HCV-positive hanno un rischio più alto di infertilità femminile, di soffrire di complicanze della gravidanza, come diabete gestazionale e pre-eclampsia, oppure aborto spontaneo.

 

 

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

L’epatite C è un’epatite virale che nel tempo può portare a cirrosi epatica e a tumore al fegato.

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