Fibrillazione ventricolare

Illustrazione 3d di un cuore per descrivere la Fibrillazione ventricolare

 

La fibrillazione ventricolare è un particolare tipo di aritmia, ovvero un’alterazione nella generazione o nella conduzione dell’impulso elettrico che fa contrarre il cuore. In particolare l’impulso che normalmente permette la contrazione dei ventricoli in questa patologia risulta non sincronizzato, irregolare ed inefficace: il cuore quindi non riesce a pompare sangue.

 

Questa patologia è la più frequente causa di morte improvvisa per arresto cardiaco e deve essere trattata immediatamente con l’utilizzo di un defibrillatore.

 

 

Indice degli argomenti

 

 

 

Cos’è la fibrillazione ventricolare

La fibrillazione ventricolare è un disturbo del ritmo cardiaco molto comune e che può mettere a repentaglio la vita: la fibrillazione ventricolare, insieme alla tachicardia ventricolare, infatti, rappresentano la maggior parte dei casi di morte cardiaca improvvisa, stimati a 700.000 ogni anno, negli Stati Uniti e in Europa. In Italia, secondo le stime dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), le morti improvvise sarebbero circa 45.000 per anno, pari al 10% della mortalità complessiva. Come tutte le aritmie, questa patologia consiste in un’alterazione del sistema elettrico che fa contrarre il cuore.

 

Il cuore è l’organo muscolare che, attraverso dei cicli di contrazione, è responsabile del pompaggio del sangue attraverso la circolazione sistemica verso i tessuti che necessitano ossigeno e nutrienti e attraverso la circolazione polmonare, dove il sangue viene ossigenato dai polmoni. Affinché possa svolgere la sua funzione, il cuore si contrae in maniera ritmica: i tessuti cardiaci sono costituiti da cellule muscolari in grado di ricevere segnali elettrici, i cardiomiociti. Perché la contrazione muscolare sia efficace, le cellule muscolari devono ricevere e integrare gli impulsi elettrici in maniera sincronizzata. Un intero ciclo di contrazione avviene in questo modo: prima di tutto, nella regione del cuore detta nodo seno atriale, viene generato l’impulso innesca la contrazione. Poi l’impulso viene trasmesso prima agli atri e dopo ai ventricoli: il sangue quindi passerà dagli atri ai ventricoli e poi dai ventricoli alla circolazione sistemica e polmonare. Solo in questo modo il cuore può esercitare la sua funzione e i tessuti possono essere adeguatamente irrorati. 

 

Il parametro fisiologico per misurare queste contrazioni è il battito cardiaco, rilevabile grazie al polso arterioso. In base alla situazione fisio-patologica dell’individuo (e quindi a causa di malattie o stati fisiologici come la gravidanza, oppure stati temporanei come l’attività fisica o lo stress), i tessuti necessitano di più o meno sangue, e quindi il cuore effettua un numero diverso di battiti per unità di tempo: il parametro che tiene conto di ciò è la frequenza cardiaca, che indica il numero di battiti per minuto.

 

Ovviamente gli impulsi elettrici che regolano la contrazione del cuore devono essere finemente regolati e altamente sincronizzati: i tessuti infatti devono contrarsi uniformemente e secondo un preciso schema temporale (prima i tessuti degli atri e poi dei ventricoli), altrimenti il sangue non riuscirà ad arrivare in maniera adeguata ai tessuti. Quando insorgono problemi nella genesi e nella propagazione degli impulsi elettrici cardiaci, si parla di aritmia. In particolare, quando c’è un asincronia nella trasmissione degli impulsi elettrici che dovrebbero far contrarre i ventricoli, si parla di fibrillazione ventricolare. Proprio perché gli impulsi non sono sincronizzati, i ventricoli non riescono a contrarsi, e non ci sarà l’afflusso di sangue ai tessuti.

 

 

 

 

 

La diagnosi della fibrillazione ventricolare

Proprio a causa della rapidità di insorgenza, della gravità della patologia e della necessità di intervenire immediatamente, solitamente la fibrillazione ventricolare non viene rilevata attraverso esami diagnostici, ma un elettrocardiogramma (ECG) (esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco) riporterà l’assenza di un tracciato cardiaco normale.

 

 

I sintomi e le complicanze della fibrillazione ventricolare

La fibrillazione ventricolare causa un’immediata perdita di coscienza. Lo scarso apporto di sangue ai tessuti può portare in pochi minuti a un’ischemia o a un infarto del miocardio. In assenza di tempestivo trattamento, la fibrillazione ventricolare può condurre a morte per arresto cardiocircolatorio.

 

 

Illustrazione di un cuore sano a confronto con un cuore con rapidi impulsi ventricolari a causa della fibrillazione ventricolare

 

 

Trattamento della fibrillazione ventricolare

Il trattamento della fibrillazione ventricolare deve essere immediato: la probabilità di sopravvivenza è direttamente correlata alla presenza di testimoni e all’intervento di soccorritori. Questi, adeguatamente formati, devono intervenire con un defibrillatore cardiaco esterno, un apparecchio dotato di due piastre che, appoggiate sul torace del paziente, generano una scarica elettrica in grado di interrompere l’aritmia e consentire alle cellule cardiache di sincronizzarsi di nuovo.

 

Per saperne di più sugli altri disturbi del battito cardiaco e sulla tachicardia, consultate le pagine sulla tachicardia ventricolare, sulla fibrillazione atriale e sul flutter atriale.

 

 

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

La fibrillazione ventricolare è un tipo di aritmia data da contrazioni rapide ed inefficaci dei ventricoli. Può portare ad arresto cardiaco e morte improvvisa.

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