L’esofagogastroduodenoscopia (EGDS), o più semplicemente gastroscopia, è una procedura endoscopica che consente l’esame dell’esofago, dello stomaco e del duodeno. Questa tecnica viene eseguita da un medico gastroenterologo oppure da un chirurgo.

Indice
  • 1 A cosa serve la gastroscopia? 
  • 2 Quando si esegue l’esofagogastroduodenoscopia? 
  • 3 Come si esegue l’esofagogastroduodenoscopia? 
  • 4 Preparazione all’esofagogastroduodenoscopia
  • 5 L’esofagogastroduodenoscopia fa male? 
  • 6 Ci sono complicazioni dovute all’esofagogastroduodenoscopia? 
  • 7 A cosa bisogna prestare attenzione dopo l’esofagogastroduodenoscopia? 
  • 8 Approfondimenti sulla gastroscopia, o esofagogastroduodenoscopia
  • 9 Fonti

A cosa serve la gastroscopia? 

L’obiettivo principale è quello di osservare il canale esofageo, lo stomaco e il duodeno, ossia la prima parte dell’intestino tenue, allo scopo di accertare lo stato di salute di queste strutture anatomiche e di scoprire l’esistenza di eventuali alterazioni. Quando possibile si potranno anche prelevare minuscoli frammenti di tessuto da sottoporre ad accertamenti istologici per porre una diagnosi precisa. 

Esofago, stomaco e duodeno formano nel loro complesso il cosiddetto tratto gastrointestinale superiore. L’operatore si serve di uno strumento specifico, chiamato gastroscopio, costituito da un tubicino flessibile che è provvisto alla sua estremità di una telecamera e di una sorgente di luce in grado di illuminare le zone da esplorare e da valutare. È anche possibile servirsi dell’endoscopio per fermare un’emorragia o per asportare in toto neoformazioni in genere benigne come ad esempio i polipi. Proprio in virtù di queste molteplici possibilità di intervento, questo esame è da considerarsi molto utile perché permette di evidenziare, diagnosticare, e a volte curare, diverse malattie come:

Recentemente, la gastroscopia si è avvalsa anche dell’Intelligenza Artificiale (IA) con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’intervento e di ottenere informazioni utili a una diagnosi precoce e a una ottimizzazione del trattamento.

Quando si esegue l’esofagogastroduodenoscopia? 

Salvo i casi di urgenza, ad esempio un sanguinamento da varici esofagee, è generalmente il medico curante a inviare il paziente dal gastroenterologo per l’esecuzione dell’esame. Questo di solito accade quando vi è il sospetto, suffragato da segni e sintomi, dell’esistenza di una patologia a livello di una delle strutture del tratto gastrointestinale superiore.

Tra questi sintomi sono inclusi:

  • bruciore o dolore allo stomaco;
  • vomito;
  • nausea;
  • difficoltà a deglutire cibi solidi e/o liquidi;
  • perdita di peso senza altre cause evidenti (ad esempio una dieta).

Come si esegue l’esofagogastroduodenoscopia? 

Il paziente viene fatto accomodare sull’apposito lettino dopodiché si procede solitamente a iniettate un sedativo per via endovenosa anche se è possibile che il paziente rinunci alla sedazione. Generalmente, prima di iniettare il medicinale e di cominciare la gastroscopia, viene misurata la saturazione di ossigeno nel sangue (ossimetria) e somministrato ossigeno quando è opportuno. A seguire il medico inserisce la sonda endoscopica nell’esofago passando attraverso la bocca e arrivando poi fino allo stomaco e al duodeno. L’endoscopia dura in genere circa 15 minuti.

Per approfondire: Gastroscopia con sedazione: cosa c’è da sapere?

Preparazione all’esofagogastroduodenoscopia

Per una corretta esecuzione dell’esame, è importante che lo stomaco e il duodeno siano vuoti. Per questo motivo è necessario astenersi dal consumo di cibo a partire da 6-8 ore prima della gastroscopia e smettere di assumere liquidi nelle 2-3 ore precedenti l’indagine endoscopica.

È inoltre necessario che qualche giorno prima del test venga interrotta l’eventuale assunzione di medicamenti con azione antiaggregante o anticoagulante come per esempio l’acido acetilsalicilico (aspirina) o il warfarin.

L’esofagogastroduodenoscopia fa male? 

La gastroscopia non provoca nessun dolore se vengono impiegati farmaci sedativi. In caso contrario, generalmente, pur non essendo dolorosa, risulta comunque fastidiosa e sgradevole.

Ci sono complicazioni dovute all’esofagogastroduodenoscopia? 

La gastroscopia non comporta particolari rischi essendo una procedura diagnostica ormai ben consolidata e sicura, tuttavia, come ogni atto medico, può complicarsi anche se ciò avviene raramente. Possono infatti verificarsi:

  • reazioni anormali verso il sedativo (in genere lieve dispnea);
  • alterazioni della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna;
  • perforazioni della parte dell’esofago o dello stomaco o del duodeno;
  • emorragie del tratto gastrointestinale superiore;
  • infezioni.

I sintomi solitamente correlati a queste complicazioni possono essere:

  • dolore toracico;
  • dispnea (difficoltà a respirare);
  • febbre;
  • dolori al ventre;
  • feci colorate di rosso, nero o comunque ipercromiche;
  • disfagia (disturbi della deglutizione);
  • vomito contenente sangue.

In caso di comparsa di questi segni o sintomi è necessario avvertire il medico se si manifestano subito dopo l’indagine endoscopica o andare al più presto al pronto soccorso.

A cosa bisogna prestare attenzione dopo l’esofagogastroduodenoscopia? 

Terminata la gastroscopia è possibile tornare subito a casa se non sono stati impiegati sedativi, altrimenti occorre rimanere in osservazione per un paio d’ore presso lo studio medico o il centro dove si è svolta l’indagine e poi rientrare a domicilio.

In quest’ultimo caso, però, non è possibile mettersi alla guida di un veicolo ed è pertanto necessario farsi accompagnare da qualcuno. Gli effetti dei farmaci potrebbero perdurare per 24 ore e quindi si consiglia di rimanere tranquilli a riposare. Il giorno successivo, invece, si possono riprendere le normali attività.