Amnesia

Illustrazione 3d del cervello per descrivere l'amnesia

L’amnesia è la perdita della capacità di ricordare fatti o eventi della propria vita, anche se di norma non riguarda la perdita di conoscenza dell’identità personale. La classificazione delle amnesie comprende tre tipologie:

  • l’amnesia anterograda, nella quale la persona colpita non ricorda più quello che è accaduto nel periodo successivo all’evento che ha determinato la perdita della memoria;
  • l’amnesia retrograda, che è caratterizzata dall'assenza di ricordi antecedenti ai fatti che hanno provocato il deficit mnesico;
  • l’amnesia lacunare, caratterizzata dalla mancanza di memoria limitata ad alcuni ricordi.

Sotto l’aspetto della durata, un’amnesia può essere di tipo temporaneo, se si verifica dopo un trauma cranico non particolarmente rilevante, permanente, qualora si manifesti in seguito a patologie serie, come ad esempio un ictus cerebrale, o progressiva, quando inizia in forma lieve e tende a peggiorare nel tempo, comparendo in genere come conseguenza di malattie degenerative come la demenza.

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Quali sono le cause dell’amnesia?

Il processo mnemonico è reso possibile dall'attività di diverse strutture funzionali del sistema nervoso centrale: il sistema limbico, il talamo e l'ippocampo.

Pertanto, tra le principali cause di amnesia, vi sono situazioni di danno a carico di queste strutture, che possono essere provocate da:

  • ictus cerebrali;
  • ipossia, ovvero mancanza di un adeguato rifornimento di ossigeno al cervello a causa di patologie cardiache, respiratorie o avvelenamenti, come quello da monossido di carbonio;
  • infezione o infiammazione dell'encefalo conseguenti all'azione patogena di virus, batteri, tossine oppure provocate da meccanismi autoimmunitari;
  • abuso di alcol etilico con deficit secondario di vitamina B1 (sindrome di Wernicke-Korsakoff);
  • demenze di varia natura, su base vascolare o degenerativa come ad esempio il morbo di Alzheimer;
  • neoplasie cerebrali (tumore al cervello) localizzate nelle aree cerebrali specifiche che influenzano la memoria;
  • consumo di farmaci tranquillanti (p. es. benzodiazepine);
  • trauma cranio-encefalico;
  • radiazioni ionizzanti;
  • AIDS.

Esiste un'altra tipologia, meno frequente, di amnesia, che viene chiamata amnesia dissociativa. Questo tipo di amnesia viene in genere provocata da uno o più shock emotivi o più derivante da situazioni di diverso genere, come ad esempio l’aver subito violenze fisiche o psicologiche.

Quali sono i sintomi dell’amnesia?

Nella maggior parte dei casi, i soggetti colpiti da amnesia non riescono a immagazzinare e quindi a ricordare informazioni recenti o nuove, mentre mantengono la memoria di fatti accaduti in un passato anche lontano. Non sono rari i casi in cui, ad esempio, una persona molto avanti con gli anni non sia capace di tenere a mente le attività che ha svolto il giorno prima, mentre conserva vividamente la memoria di fatti accaduti decenni prima o di persone conosciute durante l'infanzia.

L'amnesia, di per sé, non compromette le capacità intellettive della persona. Rimangono quindi inalterate le facoltà di valutazione, di concentrazione e persino quelle di apprendimento di nuove competenze. Questo significa che la perdita della memoria non è sinonimo di demenza, anche se rappresenta uno dei sintomi più rilevanti di tale condizione morbosa.

Come si esegue la diagnosi di amnesia?

La diagnosi di amnesia viene effettuata sulla base di quanto il paziente riferisce ed avvalendosi dei racconti dei familiari più stretti, che sono generalmente i primi ad accorgersi delle lacune mnesiche del paziente. È opportuno, dopo aver accertato la mancanza di memoria, ricostruire la storia clinica per evidenziare, ad esempio, pregressi traumi cranici o per predisporre accertamenti diagnostici finalizzati a scoprire le possibili cause. Tra questi possono essere utili:

  • delle analisi del sangue, per misurare le concentrazioni degli ormoni tiroidei e i livelli ematici di vitamina B1 e B12;
  • la tomografia assiale computerizzata e la risonanza magnetica dell’encefalo per rilevare segni di danno cerebrale;
  • l’elettroencefalogramma, per valutare l’attività elettrica del cervello;
  • una puntura lombare, per valutare la composizione del liquido cerebrospinale nell'ipotesi di un’infezione del sistema nervoso.

Foto di donna che legge un biglietto per ricordare qualcosa che aveva dimenticato per colpa di un'amnesia

Come si cura l’amnesia?

Purtroppo, non esistono trattamenti specifici per la cura dell'amnesia. Si può tuttavia ottenere un miglioramento della situazione attraverso la cura delle patologie alla base della perdita della memoria.

È inoltre utile effettuare una riabilitazione cognitiva, che viene messa in atto da professionisti della terapia occupazionale e che permette l'acquisizione di nuove competenze, stimolando la mente del paziente e spingendolo a migliorare le sue abilità.

Quali sono le complicanze dell’amnesia?

Le conseguenze dell’amnesia sono minime o non rilevanti quando la perdita di memoria è transitoria e dura poco tempo. Nei casi in cui il deficit mnesico sia permanente o progressivamente ingravescente, la qualità di vita del paziente può risultare fortemente ridotta fino ad una mancanza di autosufficienza, che rende necessario la presenza di persone che aiutino e sostengano il paziente costantemente durante le sue attività quotidiane.

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

L'amnesia è una condizione che colpisce la memoria, impedendo la memorizzazione o il recupero di eventi passati. Può essere causata da traumi, ictus, infezioni o malattie degenerative.