CalazioIn breve
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Cos’è un calazio e come si manifesta?Il calazio è un rigonfiamento di natura benigna che si forma sulla superficie interna della palpebra. Sebbene sia più probabile che si formi sulla palpebra superiore, in realtà un calazio può presentarsi anche lungo la palpebra inferiore. Si tratta di un lipogranuloma, ovvero una cisti per lo più dura al tatto e non dolorosa, di origine infiammatoria, che si presenta con i seguenti sintomi:
Il suo accrescimento può essere lento, tanto da non essere percepito per settimane o mesi. Infatti, spesso calazi di piccole dimensioni restano pressoché asintomatici e si riassorbono da soli senza che la persona neppure se ne accorga. In rari casi, però, un grosso calazio può ostacolare la capacità visiva e diventare doloroso estendendosi a gran parte della palpebra. Solo raramente può diventare cronico o essere spia di un accrescimento tumorale. Dal punto di vista epidemiologico, il calazio è una lesione infiammatoria della palpebra molto comune, soprattutto tra i 30 e i 50 anni, sebbene possa formarsi anche nell’infanzia.1,2 Quali sono le cause di un calazio?Il calazio è causato dall’ostruzione delle ghiandole di Meibomio, che hanno lo scopo di produrre la parte oleosa della lacrime necessaria a mantenere lubrificato l’occhio. Quando il materiale lipidico delle ghiandole di Meibomio non viene riassorbito dai tessuti palpebrali come dovrebbe accadere normalmente, tende a spargersi negli spazi intercellulari causando un processo infiammatorio con formazione di edema.1 La disregolazione delle ghiandole di Meibomio che è all’origine del calazio, può a sua volta dipendere da altre cause o fattori di rischio, tra cui:
Come capire se ho un calazio?La diagnosi di calazio spetta al/la oculista che, ispezionando la palpebra esternamente ed internamente e osservando la tumefazione, è in grado di capirne la natura. In genere non c’è bisogno di ulteriori indagini per diagnosticare un calazio. Tuttavia, nei casi dubbi, può essere utile procedere ad una biopsia della lesione per l’analisi istologica al microscopio.1.2 Come si cura un calazio?Il trattamento del calazio dipende dalle sue dimensioni e caratteristiche. Calazi di piccole dimensioni, non dolorosi, in genere guariscono da soli, pertanto si predilige un approccio conservativo che favorisca il riassorbimento spontaneo della cisti. Le cure casalinghe efficaci a tale scopo sono:
Nei casi in cui la cisti non dovesse riassorbirsi, o tendesse ad ingrandirsi, si dovrà intervenire in altro modo. Una delle soluzioni possibili è il trattamento con corticosteroidi inoculati direttamente nella cisti tramite iniezioni. Quando vi sia una concomitante infezione batterica è necessaria anche una terapia con pomate antibiotiche. Infine, per calazi voluminosi che non guariscono, che dolgono o creano disturbi alla vista, la soluzione è di tipo chirurgico con drenaggio della cisti o asportazione della stessa tramite incisione. Importante: mai provare a “spremere” un calazio con le dita, perché si corre il rischio di procurarsi delle serie lesioni oculari o di causare un’infezione. 1,2,3 Che differenza c’è tra un calazio e un orzaiolo?Orzaiolo e calazio sono molto simili nell'aspetto, ma hanno cause e sintomi diversi. L’orzaiolo è infatti una piccola protuberanza che si forma sul margine palpebrale o sotto la palpebra. In genere è causato da un’infezione batterica delle ghiandole di Zeis, che si trovano a ridosso dei follicoli piliferi. Pertanto molti orzaioli spuntano tra le ciglia e somigliano ai calazi, ma presentano sintomi specifici che sono:
Rispetto al calazio, l’orzaiolo è quindi molto più fastidioso, proprio perché la sua natura è infettiva. Tuttavia, non è consigliabile effettuare un’autodiagnosi di calazio o di orzaiolo, bensì è opportuno rivolgersi prontamente ad un/a oculista per una visita di controllo.3 Quanto dura un calazio?Un calazio non problematico si riassorbe rapidamente con il solo trattamento conservativo non farmacologico nel giro di qualche settimana, un mese al massimo. La prognosi, pertanto, è eccellente. Tuttavia, in assenza di miglioramento dopo quattro-sei settimane, è necessario rivolgersi al/la oculista per rivalutare la situazione e capire se è necessario fare ulteriori indagini diagnostiche o predisporre una cura più adeguata.1,2 Quali complicazioni può dare un calazio?Un calazio non trattato può incapsulare una o più ghiandole di Meibomio e cronicizzarsi. In questi casi è opportuno intervenire chirurgicamente per asportare il calazio e le ghiandole incapsulate. Altre possibili complicanze di un calazio sono:
Ho avuto un calazio, significa che mi tornerà?Aver avuto un calazio una volta nella vita non significa in alcun modo che debba ripresentarsi. Vi sono, tuttavia, delle condizioni preesistenti che aumentano il rischio di recidiva del calazio, o addirittura di cronicizzazione. Ciò dipende dalla tendenza all’infiammazione delle palpebre e all'occlusione delle ghiandole di Meibomio. Persone con blefariti ricorrenti, ovvero infiammazioni palpebrali dovute a uso improprio di lenti a contatto e sindrome dell’occhio secco, sono più a rischio di calazio. Anche seguire una dieta troppo ricca di alimenti unti e di insaccati può interferire con la funzionalità delle ghiandole palpebrali e favorire episodi di calazio. Infine, difetti della vista comuni come la miopia e la presbiopia possono costituire fattori di rischio del calazio. La difficoltà della messa a fuoco, infatti, comporta una continua contrazione dei muscoli oculari che a sua volta può occludere i dotti delle ghiandole di Meibomio.2,4 Per prevenire un calazio in presenza di fattori predisponenti si può:
Fonti
Autore
Osmosia s.r.l.
Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria. | In sintesiIl calazio è una cisti sebacea che compare sulla palpebra. In genere non è doloroso e tende a riassorbirsi spontaneamente. Se persiste o cresce, può causare problemi alla vista e necessitare di intervento chirurgico. |