Candida (Candidosi o Candidiasi)La candidosi in breve
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Cos’è la candidosi o infezione da CandidaLa candidosi, o candidiasi, è un’infezione causata dal fungo saccaromicete Candida albicans (C. Albicans). Nell'80% dei casi la candidosi si sviluppa a partire da una proliferazione di C.albicans, nel restante 20%, invece, l’infezione può essere ricondotta ad altre specie micotiche anche se sempre appartenenti alla stessa famiglia di funghi (come la Candida tropicalis 1%-5% o la Candida glabrata 10%).
In condizioni di salute, i microrganismi della flora batterica e il sistema immunitario provvedono a contenere un’eventuale proliferazione indesiderata. Quando, però, si verificano situazioni per cui questi sistemi di controllo perdono la loro efficacia, Candida può diventare patologica e causare sintomi da lievi a severi. 1-2 Attenzione, "candida", "candidosi" e "candidiasi" vengono spesso utilizzati colloquialmente come sinonimi. Il termine "candida", però, identifica l'agente infettivo, il fungo C.albicans, mentre candidosi è l’infezione ad esso associata. Quali sono le cause della candidosiLe cause della candidosi sono principalmente due. L’infezione può insorgere secondariamente ad uno stato di debolezza immunitaria, oppure può essere trasmessa da una persona infetta. Nel primo caso, vi sono condizioni altamente predisponenti alla candidosi, tra cui:
Oltre a queste cause occorre considerare altri fattori di rischio che contribuiscono ad alterare il microbiota delle mucose e facilitare la moltiplicazione della Candida albicans. Ad esempio, l’uso di detergenti aggressivi per l’igiene intima o una scarsa igiene orale. Le donne sono particolarmente vulnerabili alla candidosi genitale per cause ormonali legate alle fasi del ciclo mestruale. Si stima che il 75% delle donne abbia avuto almeno un episodio di candidosi vulvo-vaginale nella vita. Ulteriori fattori di rischio per la popolazione femminile sono: la gravidanza, la contraccezione ormonale e la terapia ormonale, la menopausa.3 Come si esegue la diagnosi di candidosiLa diagnosi di candidosi locale può essere effettuata dal medico curante o dallo/a specialista in dermatologia osservando l'aspetto caratteristico delle lesioni presenti sulle mucose causate dall'agente patogeno. Il fungo Candida albicans può essere identificato con un esame diretto utilizzando il microscopio ottico oppure tramite un esame colturale specifico dopo aver prelevato materiale dalle lesioni mediante l'ausilio di un tampone. Il riconoscimento di una forma sistemica (invasiva) di candidosi richiede invece la valutazione clinica dei sintomi e dei segni presentati dal/la paziente, l'esecuzione di accertamenti strumentali, quali ad esempio la colposcopia, e la ricerca del micete nel sangue mediante opportune emocolture che ne dimostrino la presenza. È comunque importante eseguire test antigenici e molecolari sul sangue finalizzati alla ricerca di materiale proteico e genetico della Candida albicans. Accade non di rado, infatti, che le emocolture diano risultati falsamente negativi.1 Quali sono i sintomi della candidosiI sintomi locali della candidosi variano a seconda della mucosa colpita dalla micosi. Quando è interessata la mucosa del cavo orale l'aspetto macroscopico dell'infezione locale è dato dalla comparsa di strie di colore biancastro spesso pruriginose. La candidosi del cavo orale è comunemente chiamata “mughetto”, ed è abbastanza frequente in età neonatale.4 Quando ad essere colpite da candidosi sono invece le mucose genitali maschili e femminili, ovvero vagina, vulva e glande, i sintomi principali sono: bruciore e dolore durante la minzione e i rapporti sessuali, arrossamento e gonfiore. La candidosi vulvo-vaginale inoltre comporta la produzione di abbondanti secrezioni biancastre con un caratteristico odore di lievito e la consistenza di ricotta. Se la candidiasi interessa l'apparato digerente (esofago, stomaco, intestino tenue e crasso) sono spesso presenti sintomi che variano a seconda del tratto interessato. Questi includono: disfagia e disturbi della deglutizione, bruciore e crampi gastrici, meteorismo, contrazioni intestinali dolorose e diarrea. Nelle forme sistemiche l'infezione micotica può dare luogo a febbre e astenia profonda. La sintomatologia può durare a lungo, anche per settimane, specialmente nelle persone immunocompromesse, ed è quindi necessario iniziare il trattamento con tempestività.1,4 Come si trasmette la candidosiLa candidosi è contagiosa e la sua trasmissione può avvenire attraverso scambi salivari o tramite rapporti sessuali non protetti dall'uso di un preservativo.1 Durante il parto vaginale la madre può trasmettere la Candida al/la neonato/a, che quindi può manifestare l’infezione nei primi mesi di vita, avendo un sistema immunitario ancora immaturo.4 Come si cura la candidosiPer curare la candidosi si deve seguire una terapia farmacologica prescritta dal/la medico/a. A seconda della severità dei sintomi, delle condizioni generali di salute, o della tendenza alle recidive dell’infezione, occorre però anche abbattere i fattori di rischio/precipitanti e proteggersi dal possibile contagio. Vediamo come. Terapia farmacologicaLa candidosi viene curata con farmaci che possiedono un'azione antimicotica specifica. Tra questi si possono menzionare i preparati imidazolici, l'amfotericina B, la nistatina e la ciclopiroxolamina. I farmaci possono essere utilizzati in forma topica, quindi applicati localmente sulle lesioni fungine, oppure assunti per via orale. Nel caso della candidosi vaginale si utilizzano gli ovuli. In caso di candidosi genitale, la terapia farmacologica potrebbe essere consigliata anche al partner, ma questo dovrebbe accadere solo in caso di verifica di un’infezione in atto nel soggetto asintomatico. Nei casi più severi si può ricorrere a un trattamento per via iniettiva che però deve essere condotto preferibilmente in ambiente ospedaliero. Attualmente è in sperimentazione un vaccino anti-candidosi, che potrebbe rappresentare lo strumento ideale per proteggersi una volta per tutte dall’infezione. 1,2,3,4 Rimedi casalinghi e naturaliUn trattamento coadiuvante della candidosi, soprattutto in caso di recidive, può puntare anche su rimedi naturali. L’assunzione di supplementi e integratori, ad esempio, è utile a contrastare i sintomi e riequilibrare il microbiota delle mucose. A tal fine sono consigliati:
Va precisato che nessuno dei rimedi naturali elencati è in grado di curare la candidosi, quello che possono fare è ridurre i fattori di rischio e potenziare o prolungare gli effetti della terapia farmacologica. Comportamenti e stili di vitaLa candidosi è un’infezione opportunistica, legata spesso a squilibri nel microbiota delle mucose. Le persone a rischio possono adottare una profilassi preventiva adottando comportamenti virtuosi. Ad esempio:
Candidosi e dieta: non serve eliminare zuccheri e lievitiÈ un'idea molto diffusa che per combattere la candidosi, soprattutto vaginale (una delle forme di candidosi più comune), si debba eliminare o ridurre gli zuccheri dalla dieta allo scopo di togliere nutrimento al fungo. Questa strategia, in realtà, non è supportata da evidenze scientifiche. Non esiste, infatti, un collegamento diretto tra apparato gastrointestinale e urogenitale e, ancor più importante, abbiamo bisogno di carboidrati per supportare una dieta sana. Escludere un’intera categoria alimentare sulla base di false credenze potrebbe, quindi, generare ulteriori problemi di salute. Altre scuole di pensiero suggeriscono invece l’esclusione di lieviti (microrganismi appartenenti al regno dei funghi) dal piano alimentare, ma anche in questo caso non ci sono evidenze scientifiche a supporto di questa indicazione.6 Quanto dura la candidosiLa durata della candidosi è estremamente variabile e dipende dalla risposta al trattamento farmacologico. La cura standard antimicotica va seguita per un minimo di 1 giorno fino ad un massimo di sette. Dopodiché in genere i sintomi scompaiono del tutto. Va specificato che la Candida albicans, essendo un fungo polimorfo, ha una grande facilità a replicarsi e colonizzare ambienti biologici diversi. Il farmaco agisce non eliminando del tutto il micete, che resta un organismo comunque presente nel microbiota della mucosa. Pertanto, anche dopo la guarigione, se si ripetono le condizioni predisponenti, la Candida albicans può ritornare patogena e l’infezione diventa ricorrente presentandosi anche più volte in un anno. In caso di candidosi vaginale recidivante, ad esempio, dopo la terapia d’urto, si prescrive una terapia di profilassi preventiva settimanale che può durare fino a sei mesi.4 Quali sono le complicanze della candidosiLa complicanza più comune della candidosi non curata è la sua cronicizzazione che comporta disturbi persistenti. Se contratta in gravidanza, la candidosi può trasmettersi da madre a feto, e in caso di parto pretermine può condurre a infezioni sistemiche nel/la neonato/a. L’intertrigine è una complicanza abbastanza frequente della candidosi nelle persone con diabete o immunodepresse. Si tratta di una malattia infiammatoria della pelle che causa arrossamento, prurito e dolore, e che si cura con antinfiammatori topici. Nei casi più gravi, la candidosi può diffondersi nell’organismo diventando sistemica. Potenzialmente, questa è una delle più temibili complicanze perché può portare al decesso . Per questo motivo la terapia antifungina specifica deve essere intrapresa tempestivamente all’insorgere dei sintomi dell’infezione.1,2,3,4 Fonti
Autore
Paola Perria
Giornalista pubblicista, web content writer e medical writer. Per oltre dieci anni pubblica contenuti divulgativi su sanità, alimentazione e benessere. | In sintesiLa candidosi è un'infezione causata dal fungo Candida albicans, che può colpire diverse mucose del corpo. Le cause includono cure cortisoniche e antibiotiche, immunosoppressione, diabete e alterazioni ormonali. Patologie correlateEsami correlati |