Depressione post partum

Illustrazione 3d del corpo umano per descrivere la depressione post partum

 

La depressione post partum è un disturbo della salute mentale che insorge in occasione della nascita di un figlio. E un problema diffuso: si stima che la depressione post partum colpisca tra il 7 e il 13% delle neomamme, ed i primi sei mesi dopo il parto sono il periodo più critico. Spesso la depressione postpartum non è riconosciuta e trattata, con potenziali gravi conseguenze sia nell’immediato sia sul lungo periodo per la madre, per il bambino e per la famiglia; se la depressione post partum non è curata, la madre corre il rischio di nuovi episodi depressivi e il figlio può andare incontro a ritardi dello sviluppo e problemi comportamentali.

 

 

Indice degli argomenti

 

 

Descrizione della depressione post partum

La definizione standard della depressione post partum è “un episodio di depressione maggiore associato al parto”. Nella versione più recente del manuale per la diagnosi dei disturbi mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5a edizione, DSM-5), l’Associazione Americana di Psichiatria ha tuttavia modificato il nome in depressione peripartum, ad indicare che questo disturbo può esordire anche durante la gravidanza e non solo nelle settimane o nei mesi successivi al parto.

 

Le donne che sono maggiormente a rischio di soffrire di depressione post partum sono quelle che hanno alle spalle una storia di disturbi dell’umore o disturbi d’ansia. Altri fattori di rischio sono rappresentati da uno scarso supporto sociale, tensioni nella relazione con il partner, una storia di abusi o esperienze negative nella vita, continui problemi di salute o un carattere difficile durante l’infanzia.

 

La depressione post partum ricorre nelle famiglie: avere una madre o una sorella che hanno sofferto di depressione post partum è associato a una probabilità più alta di sviluppare questo disturbo. Spesso, quando si parla di depressione post partum, si pensa ad un problema esclusivamente materno. Tuttavia, gli studi scientifici hanno rivelato che anche una piccola percentuale di padri può soffrire di depressione post partum. Tra i fattori di rischio vi sono lo scarso supporto sociale, problemi finanziari e una storia di depressione.

 

I meccanismi alla base della depressione post partum non sono del tutto chiari. I dati raccolti sinora mostrano il coinvolgimento di fattori biologici (in particolare fattori ormonali), della genetica e del sistema immunitario. Gli ormoni coinvolti nella riproduzione possono giocare un ruolo importante nella depressione post partum in quanto influenzano vari sistemi biologici implicati nella depressione, come l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, oltre che la funzionalità della tiroide, l’infiammazione, l’espressione dei geni e i circuiti nervosi.

 

 

 

 

I sintomi della depressione post partum

Depressione post partum e depressione maggiore condividono gli stessi sintomi:

  • umore depresso;
  • anedonia;
  • disturbi dell’appetito e del sonno;
  • difficoltà di concentrazione;
  • agitazione o rallentamento psicomotorio;
  • spossatezza;
  • senso di colpa o inutilità;
  • pensieri di morte o suicidio ricorrenti.

 

In generale, la neomamma può avere un umore instabile e mostrarsi ansiosa o irritabile. Sono comuni il senso di inadeguatezza e le preoccupazioni ossessive per la salute del bambino, per la sua alimentazione e per i rischi legati al momento del bagnetto. I pensieri suicidi sono molto comuni, e riguardano circa una donna su cinque. Alcune donne sviluppano anche pensieri riguardo alla possibilità di fare del male al bambino.

 

 

Come si diagnostica la depressione post partum

La depressione post partum si basa sulla valutazione dello stato mentale della donna durante le visite ostetriche e le visite del medico di famiglia. Esistono alcuni questionari standardizzati, EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale) e PDSS (Postpartum Depression Screening Scale), che aiutano il medico ad indagare i sintomi depressivi nel periodo perinatale, evitando tuttavia di interpretare come sintomi delle esperienze del tutto normali, come ad esempio la difficoltà a dormire a causa di un neonato che si sveglia spesso di notte.

 

Subito dopo aver dato alla luce un bambino, più della metà delle donne sperimenta il cosiddetto “baby blues”, uno stato caratterizzato da tristezza, facilità al pianto e leggera irritabilità. Il baby blues può essere distinto dall’episodio depressivo dalla gravità dei sintomi e dalla sua durata (in genere si risolve in meno di due settimane). Se emergono preoccupazioni riguardo al fatto che la donna possa fare del male a sé stessa o al bambino, si è invece in presenza di un’emergenza psichiatrica: il consulto psichiatrico è pertanto essenziale e deve essere tempestivo.

 

 

Foto di donna con le gambe incrociate in primo piano con la mano sul volto e con bambino sulla culla sullo sfondo a simboleggiare la depressione post-partum

 

 

Come si cura la depressione post partum

Per curare la depressione post partum, occorre intervenire a più livelli. Innanzitutto, vanno incoraggiati comportamenti che migliorano il benessere della persona, come l’attività fisica. Dove è possibile bisogna cercare di ridurre o eliminare fattori stressanti: per esempio, migliorando il sonno del bambino si migliora il sonno della mamma. Occorre poi garantire alla donna che soffre di depressione post partum un adeguato supporto psicosociale e psicologico. Nei casi più lievi possono essere sufficienti gruppi di sostegno reciproco o incontri di counseling.

 

Se i sintomi sono di moderata intensità risultano indicate la psicoterapia (p. es. la terapia cognitivo-comportamentale e la psicoterapia interpersonale) e, se questa non è sufficiente, la terapia farmacologica con farmaci antidepressivi. I farmaci più utilizzati sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI); in piccola quantità questi farmaci passano nel latte materno, perciò il rapporto rischio-beneficio dell’allattamento al seno, per cui non c’è però una controindicazione assoluta, va valutato caso per caso. Spesso nel periodo post partum sono presenti anche sintomi ansiosi. Pertanto, per migliorare lo stato di salute mentale della madre, è essenziale trattare sia la depressione sia l’ansia.

 

Nei casi di depressione post partum severa si ricorre alla terapia farmacologica, eventualmente con farmaci diversi dai SSRI, da sola o in combinazione con la psicoterapia; se la paziente non risponde al trattamento, ha sintomi psicotici o intenzioni suicidarie, si può prendere in considerazione la terapia elettroconvulsivante (TEC, più conosciuta come elettroshock).

 

 

Fonti

  • Stewart DE, Vigod SN. Postpartum depression: pathophysiology, treatment, and emerging therapeutics. Annu Rev Med.;70:183-196. doi:10.1146/annurev-med-041217-011106
  • Guille C, Newman R, et al. Management of postpartum depression. J Midwifery Womens Health. 2013;58(6):643-53. doi:10.1111/jmwh.12104
  • O’Hara MW, McCabe JE. Postpartum Depression: Current Status and Future Directions. Annu Rev Clin Psychol. 2013;9:379-407. doi:10.1146/annurev-clinpsy-050212-185612
  • Ministero della Salute – Depressione post partum

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

La depressione post partum è un problema di salute mentale che insorge dopo il parto. Se non viene curata può avere serie conseguenze per la donna e il bambino.

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