Diabete mellito tipo 2

Illustrazione 3d di un pancreas per descrivere il diabete mellito di tipo 2

 

Il diabete di tipo 2 è un disordine metabolico dovuto a un difetto nella secrezione e nell’azione dell’insulina, ormone indispensabile per mantenere costante la concentrazione del glucosio nel sangue. In Italia circa 3 milioni di soggetti soffrono di diabete e il 95% di questi è affetto da diabete mellito di tipo 2. Alla sua insorgenza contribuiscono diversi fattori.

 

Può provocare numerose complicanze. Per controllare la glicemia si interviene sugli stili di vita e si somministrano farmaci antidiabetici orali.

 

 

Indice degli argomenti

 

 

Descrizione del diabete mellito di tipo 2

Il diabete mellito di tipo 2 è, la forma più diffusa di diabete mellito, una malattia cronica caratterizzata da un’eccessiva concentrazione di glucosio nel sangue (iperglicemia). Il glucosio è la più importante fonte di energia per le cellule del corpo. La sua concentrazione nel sangue è normalmente mantenuta entro un preciso intervallo di valori dall’azione di alcuni ormoni, tra cui l’insulina. L’insulina, prodotta dalle cellule β del pancreas, fa sì che il glucosio venga catturato dalle cellule dei tessuti periferici, soprattutto il tessuto muscolare e quello adiposo, e che venga immagazzinato nel fegato sotto forma di glicogeno se ne è presente più di quanto ne serva.

 

Nel diabete di tipo 2, i tessuti periferici sono poco sensibili all’insulina (si parla di insulino-resistenza) e ciò provoca un minore assorbimento del glucosio. Le cellule β all’inizio rispondono all’aumentata richiesta producendo più insulina, tuttavia col tempo la loro funzionalità si deteriora e la secrezione di insulina risulta insufficiente alle necessità dell’organismo.

 

Il diabete di tipo 2 è il risultato di complesse interazioni tra vari fattori genetici e ambientali. Il fattore di rischio più importante per il diabete di tipo 2 è l’obesità. Un altro fattore rilevante è la dieta: un’alimentazione povera di fibre e ricca di alimenti ad alto indice glicemico (capaci di innalzare rapidamente la glicemia), così come un elevato consumo di grassi totali e di grassi saturi, aumentano il rischio di diabete di tipo 2. Stili di vita non salutari come l’abitudine al fumo, il consumo di alcol e la sedentarietà contribuiscono all’insorgenza del diabete di tipo 2

 

Gli studi più recenti indicano che la composizione del microbiota intestinale (l’insieme dei microrganismi presenti nell’intestino) possa avere un ruolo in questa patologia. Le donne che hanno sofferto di diabete gestazionale e coloro che hanno casi di diabete di tipo 2 in famiglia hanno un rischio più elevato di andare incontro a questa patologia.

 

Il diabete di tipo 2 di solito compare dopo i 40 anni, anche se, con il diffondersi dell’obesità nelle fasce di età più giovani, l’età d’insorgenza si sta abbassando.

 

 

 

 

Come si presenta il diabete di tipo 2

Il diabete di tipo 2 può rimanere a lungo asintomatico: il paziente spesso scopre di essere malato nel corso di esami di routine. Quando presenti, i sintomi includono un’eccessiva produzione di urine (poliuria), un bisogno irrefrenabile di bere (polidipsia) e di mangiare (polifagia), mancanza di energia, l’offuscamento della vista e, più raramente, un’improvvisa perdita di peso.

 

Nel diabete non viene alterato solo il metabolismo degli zuccheri, ma anche quello delle proteine e dei grassi. Col tempo questo disordine metabolico può portare a complicanze anche gravi dovute a danni al sistema vascolare, sia alle arterie di grosso calibro (complicanze macrovascolari) sia a quelle di piccolo calibro (complicanze microvascolari). Il diabete accelera il processo di aterosclerosi e aumenta il rischio di eventi cardiovascolari.

 

L’insufficienza vascolare può danneggiare i nervi (neuropatia diabetica), riducendo la sensibilità, provocando sensazioni dolorose e ostacolando le capacità motorie. I pazienti diabetici soffrono di cattiva circolazione nelle estremità.  Il ridotto apporto di sangue e il danno ai nervi sono la causa del cosiddetto piede diabetico caratterizzato da formicolii e scarsa sensibilità, deformazioni dovute al cambiamento nel modo in cui si appoggia il piede, formazione di tagli che fanno fatica a rimarginarsi, infezioni batteriche e fungine; nei casi più gravi si formano ulcere e cancrena (può essere necessaria l’amputazione del piede).

 

I danni alle strutture vascolari del rene portano all’insufficienza renale (nefropatia diabetica), mentre quelli alla microcircolazione della retina dell’occhio provocano la retinopatia diabetica causa di cecità. Il diabete di tipo 2 condivide molti fattori di rischio con il cancro.

Illustrazione di un pancreas normale e di un pancreas di un paziente con diabete mellito di tipo 2

 

 

Come si diagnostica il diabete di tipo 2

La diagnosi di diabete di tipo 2 si basa sulla misurazione della glicemia a digiuno e/o sull’esecuzione di un test di tolleranza orale al glucosio (curva glicemica). Una diagnosi precoce riduce il rischio di sviluppare complicanze.

 

Per valutare la gravità del diabete e la risposta alle terapie si misurano i livelli di emoglobina glicata (HbA1c), ossia la percentuale dell’emoglobina presente nei globuli rossi a cui si è legato del glucosio.

 

 

Come si cura il diabete di tipo 2

Il diabete non può essere curato, ma può essere controllato con gli stili di vita e con i farmaci. Il primo passo è adottare una dieta corretta, fare sufficiente esercizio fisico e raggiungere un buon controllo del peso. Esistono diverse classi di farmaci antidiabetici orali (biguanidi, sulfonilure, glitazoni…) che aiutano a mantenere la glicemia nell’intervallo di normalità aumentando la sensibilità all’insulina, stimolando la produzione di insulina o inibendo la produzione di altri ormoni che contrastano l’azione dell’insulina.

 

La metformina è considerata il farmaco antidiabetico di prima scelta. In genere i pazienti con diabete di tipo 2 non hanno bisogno della terapia insulinica, che tuttavia può essere impiegata quando i livelli di glucosio non sono ben controllati con i farmaci antidiabetici orali. Un buon controllo della glicemia riduce il rischio di complicanze, in particolare quelle microvascolari (nefropatia, neuropatia, retinopatia).

 

Come per i pazienti con diabete mellito di tipo 1, la misurazione della glicemia permette di accorgersi di pericolose iperglicemie o ipoglicemie.

 

 

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

Il diabete mellito di tipo 2 è una patologia cronica sempre più diffusa a cui contribuiscono numerosi fattori, tra cui l’obesità.

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