
Dispepsia (Cattiva digestione o Indigestione)
La dispepsia funzionale è una sindrome caratterizzata da problemi digestivi in assenza di una patologia che li giustifichi. Se non ci sono segnali di allarme o fattori di rischio per malattie gastrointestinali può non essere necessario eseguire accertamenti diagnostici. I sintomi possono essere alleviati con una terapia farmacologica e con l’adozione di corretti stili di vita.
Cos’è la dispepsia?Il termine dispepsia viene dal greco e letteralmente significa “cattiva digestione”. I disturbi digestivi sono molto frequenti nella popolazione e tutti li sperimentano prima o poi nella vita. Talvolta possono essere la spia di alcune malattie dell’apparato digerente, come la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), la gastrite cronica o l’ulcera peptica; in questo caso si parla di dispepsia organica. In molti casi però il paziente manifesta segni e sintomi di indigestione con una certa frequenza senza nessuna causa evidente, si parla allora di dispepsia funzionale o di dispepsia non ulcerosa.
Non è facile dare una definizione esatta della dispepsia funzionale. Esiste una commissione internazionale che cerca di stabilire dei criteri standard - i cosiddetti criteri diagnostici di Roma - per classificare i disordini gastrointestinali funzionali, come la sindrome dell’intestino irritabile. In base a questi criteri (criteri Roma IV), la dispepsia funzionale è caratterizzata da una combinazione qualunque di quattro sintomi di cattiva digestione, elencati più avanti, senza che gli esami di routine abbiano rivelato la presenza di una malattia che possa giustificarli. I quattro sintomi sono: sentirsi pieni dopo pranzo, sentirsi subito sazi, provare dolore o provare bruciore nella parte alta e centrale dell’addome (la zona chiamata epigastrio, da cui dolore epigastrico e bruciore epigastrico) sufficientemente intensi da interferire con le attività usuali. I sintomi devono presentarsi almeno 3 volte a settimana per 3 mesi.
I criteri di Roma individuano due sottotipi di dispepsia funzionale, che possono anche sovrapporsi: la sindrome da disturbo post-prandiale (PDS dall’inglese Postprandial Distress Syndrome) in cui i sintomi compaiono dopo mangiato e la sindrome da dolore epigastrico (EPS, Epigastric Pain Syndrome) in cui i sintomi non compaiono solo dopo i pasti.
La dispepsia funzionale è più frequente nel genere femminile, nei fumatori, in chi assume farmaci antinfiammatori non steroidei e in chi soffre di stress, ansia o depressione.
Come si presenta la dispepsia?I sintomi della dispepsia comprendono sensazione di gonfiore, fastidio o dolore nella parte alta dell’addome, sazietà precoce, mancanza di appetito (inappetenza), eruttazione, rigurgito, nausea e vomito.
Come si diagnosticaNon esistono test facili, economici e non invasivi per diagnosticare la dispepsia funzionale. Per potere dire con sicurezza che non esiste una malattia che causi i sintomi lamentati dal paziente è necessario effettuare gli esami che servono alla diagnosi di molte possibili malattie, come l’ulcera peptica e la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) e procedere per esclusione.
Questo approccio, impegnativo e potenzialmente frustrante per il paziente, trova giustificazione in presenza di segni allarmanti (familiarità per tumori, anemia, vomito, difficoltà a deglutire, perdita di peso corporeo, sanguinamento gastrointestinale). Nei pazienti con meno di 50 anni e in buona salute, senza fattori di rischio per malattie gastrointestinali, il medico potrebbe decidere di aspettare a fare accertamenti.
Dato che nella maggior parte dei casi la dispepsia è causata da un’infezione da Helicobacter pylori si può adottare la strategia test-and-treat (testa e tratta): si esegue un test non invasivo per valutare la presenza del batterio e, se è positivo, si somministra la terapia antibiotica (maggiori informazioni sulle patologie causate dall’infezione da Helicobacter pylori, sui test per scoprirla e sulla terapia eradicante sono riportate in una scheda dedicata all’argomento). Solo se il paziente continua ad essere dispeptico viene eseguita una gastroscopia.
Come si cura la dispepsiaSi utilizzano terapie che migliorano i sintomi della dispepsia. Medicinali come il simeticone favoriscono l'eliminazione dei gas che si formano nello stomaco mentre i procinetici (es. domperidone) aiutano lo stomaco a svuotarsi più rapidamente.
Per contrastare il bruciore epigastrico si usano farmaci che riducono la produzione di acido gastrico: antagonisti dei recettori istaminici H2 (es. ranitidina, cimetidina) e inibitori della pompa protonica (es.omeprazolo, lansoprazolo); alcune formulazioni sono disponibili come prodotti da banco, da usare per un periodo massimo di due settimane, ma l’uso di dosi elevate o per periodi lunghi deve essere prescritto dal medico perché i farmaci possono dare effetti indesiderati come aumentare il rischio di fratture o di gravi infezioni intestinali. Gli ansiolitici e nei casi più gravi gli antidepressivi possono aiutare a controllare la componente psicosomatica della malattia.
Alcuni pazienti possono trarre giovamento da un percorso di counseling psicologico. Per migliorare la sintomatologia è importante curare l’alimentazione: privilegiare pasti leggeri e poveri di grassi, evitare le bevande gassate, limitare l’assunzione di alcol e caffè, non coricarsi subito dopo mangiato. Fumare meno o meglio ancora smettere di fumare può avere un effetto benefico anche sulla dispepsia.
Fonti
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Osmosia s.r.l.
Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria. | In sintesiLa dispepsia funzionale è un disturbo cronico di origine sconosciuta che si manifesta con i sintomi di una cattiva digestione. Patologie correlate |
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