Emicrania

Foto di donna con dolore alle tempie per rappresentare questa scheda sull'emicrania, una patologia neurologica occasionale o cronica

 

L’emicrania è una malattia neurologica multifattoriale che si manifesta con forti mal di testa unilaterali che possono essere occasionali o cronici. Si stima che colpisca circa il 12% della popolazione mondiale con una forte prevalenza femminile. L’età media di incidenza è giovanile, con un picco tra la pubertà e i 35 anni. L’emicrania è la seconda causa di disabilità da malattia nel mondo, secondo l’OMS.

 

 

Indice degli argomenti

 

 

Cos’è l’emicrania?

L’emicrania è uno degli oltre 200 tipi di cefalea riconosciuti dai manuali medici, ma per le sue caratteristiche spicca quale seconda causa generale di disabilità in termini di salute pubblica secondo i dati OMS. Si tratta di una malattia neurologica complessa, multifattoriale, con una forte componente genetica, caratterizzata da attacchi occasionali o ricorrenti di mal di testa pulsante, da moderato a severo, per lo più unilaterale. La parola emicrania, infatti, deriva dal greco antico e significa metà cranio.1,2 Il dolore può essere estremamente intenso e gli attacchi possono durare da poche ore a giorni interi.

 

 

 

 

 

Epidemiologia dell’emicrania: chi ne soffre di più?

Dal punto di vista epidemiologico si stima che l’emicrania affligga almeno il 12% della popolazione mondiale, ma i dati di prevalenza sono probabilmente più alti (14-15%). Le donne sono più colpite degli uomini, con un rapporto di 3:1, tanto che l’emicrania viene inclusa tra le malattie di genere dall’Istituto Superiore di Sanità.2 L’emicrania insorge tipicamente in età giovanile, dopo la pubertà, mentre la sua incidenza decresce dopo i quarant'anni, e nelle donne cala, ma non scompare, dopo la menopausa.2 Nonostante il suo forte impatto sulla vita delle persone, e il suo essere causa di interventi medici d’urgenza e perdita di giornate lavorative, l’emicrania è ancora una malattia largamente sottovalutata.

 

 

Quali sono le tipologie di emicrania e i sintomi associati?

La classificazione internazionale delle cefalee suddivide l’emicrania in diversi sottogruppi a seconda delle sue caratteristiche e della sintomatologia correlata. 1,2,3 Vediamoli:

  • emicrania senza aura: di gran lunga la tipologia prevalente (75% sul totale dei casi). Si tratta di un mal di testa unilaterale ricorrente, della durata minima di 4 ore, e massima di 72, che si caratterizza per un dolore da medio a intenso, di tipo pulsante. Sintomi associati possono essere sensibilità alla luce e ai rumori (fotofobia e fonofobia) e nausea;
  • emicrania con aura: in questi casi l’attacco di mal di testa viene preceduto da sintomi neurologici unilaterali, totalmente reversibili, che possono durare diversi minuti, e che possono colpire la vista, il linguaggio, l’apparato locomotore, l’apparato tronco-encefalico, la sensorialità;
  • emicrania cronica: è una cefalea che si presenta per 15 o più giorni in un mese con ricorrenza superiore ai tre mesi e che, in almeno otto episodi, ha le caratteristiche dell’emicrania. In circa il 30% delle persone che abbia avuto nell’ultimo mese almeno otto o più attacchi, l’emicrania evolve verso la forma cronica della malattia.

 

Le tre tipologie succitate di emicrania sono quelle rispondenti ai criteri necessari per la diagnosi del disturbo come tale. Esiste, però, una sorta di pseudo-emicrania, definita come “probabile” emicrania, che consiste in attacchi di mal di testa che non rispondono a tutte le caratteristiche attribuite all’emicrania vera e propria, ma che neppure rientrano nella diagnostica delle altre forme di cefalea.1

 

 

Quali sono le cause dell’emicrania?

Le cause dell’emicrania sono, ancora oggi, oggetto di studi, perché si tratta di una patologia neurologica causata da diversi meccanismi che entrano in gioco in modi diversi da soggetto a soggetto. Attualmente vengono identificati tre principali fattori implicati nell’insorgenza dell’emicrania: una forte base genetica, che vede il coinvolgimento di ben 38 geni, squilibri di tipo vascolare e neurologico.

 

Se la predisposizione genetica e la familiarità costituiscono importantissimi fattori di rischio, e su questo non vi sono dubbi, sull’innesco delle crisi dolorose vere e proprie vi è ancora un dibattito. Secondo recenti teorie, il mal di testa sarebbe il risultato di un errore nell’elaborazione di eventi o stimoli di per sé non dolorosi da parte di alcune aree del cervello. L’evento “trigger” scatenerebbe l’attacco di emicrania tramite il sistema trigemino-vascolare, responsabile di causare il dolore vero e proprio.

 

Pertanto le tre branche del nervo trigemino si attivano erroneamente, liberano alcuni neuropeptidi, che in qualità di messaggeri chimici vanno ad agire sui vasi sanguigni delle meningi dilatandoli. Questo causerebbe l’edema vascolare all’origine del mal di testa di tipo “pulsante”, tipico dell’emicrania.1,2

 

 

Foto di donna che si tiene la mano davanti agli occhi sofferente di fotofobia causata da emicrania

 

 

Cosa fa scatenare l’emicrania?

Gli attacchi di emicrania vengono scatenati da condizioni ambientali, stati d’animo, eventi e stimoli sensoriali di varia natura, che i neurologi definiscono fattori “trigger”, ovvero grilletto, che sono estremamente soggettivi. Vediamo i principali:

  • bruschi cambiamenti climatici e/o ambientali;
  • disturbi del sonno;
  • odori forti e/o fumo di sigaretta;
  • eventi stressanti o emotivamente coinvolgenti;
  • mal d’auto (cinetosi);
  • sforzi fisici;
  • calo di zuccheri nel sangue o ipoglicemia;
  • rumori forti o improvvisi;
  • digiuno;
  • postumi di una sbronza;
  • traumi alla testa;
  • flash luminosi;
  • effetti collaterali associati all’assunzione di medicinali;
  • stati di ansia e/o depressione;
  • fluttuazioni ormonali come quelle associate al ciclo mestruale.4

 

 

Fasi dell’emicrania

Le fasi dell’emicrania, intesa come attacco doloroso, sono quattro:

  1. fase prodromica, non dolorosa: caratterizzata da sintomi quali stanchezza, sbadigli, ritenzione idrica, sensibilità e luci e suoni, nervosismo e deficit di concentrazione. Questa sintomatologia può durare poche ore, o giorni, e prolungarsi per tutte le altre fasi dell’emicrania;
  2. aura emicranica: presente solo nel 30% circa delle persone con diagnosi di emicrania. Di breve durata (dai 5 ai 60 minuti), l’aura comporta l’insorgenza di almeno un sintomo di tipo motorio, sensoriale, retinico, tronco-encefalico, o del linguaggio. Queste alterazioni sono sempre del tutto reversibili;
  3. fase cefalagica, o del mal di testa vero e proprio: questa fase ha una durata variabile tra le 4 e le 72 ore e il dolore, di intensità da moderata a severa, presenta le seguenti caratteristiche: unilaterale, di tipo pulsante, che si aggrava con l’esercizio fisico. Sintomi associati che possono essere presenti sono: nausea e/o vomito, fotofobia, osmofobia (sensibilità agli odori) e sonofobia (sensibilità ai suoni), inappetenza, sonnolenza, vertigini, depressione;
  4. fase postdromica, non dolorosa, caratterizzata da: stanchezza, inappetenza, fastidio a suoni e/luci, difficoltà di concentrazione, irritabilità, stipsi. Si tratta della fase di recupero dall’attacco doloroso, con una sintomatologia simile a quella prodromica, spesso lunga e frustrante, che colpisce circa l’80% delle persone emicraniche e che può insorgere già durante la fase acuta/dolorosa.3

 

 

Foto di donna con impacco di ghiaccio sulla fronte per cercare di attenuare i sintomi dell'emicrania

 

 

Come avviene la diagnosi di emicrania?

La diagnosi di emicrania spetta al/ neurologo/a, e si basa su un ascolto attento e un monitoraggio dei sintomi per poterla distinguere dalle altre forme di cefalea primaria o secondaria. Durante la visita neurologica che rappresenta il primo step diagnostico, lo/a specialista procede all’anamnesi del/a paziente, che prevede un’analisi della storia clinica personale e familiare, e la raccolta dei sintomi. A tal riguardo, viene spesso utilizzato un questionario dettagliato, per rispondere al quale viene fornito al paziente un diario della cefalea da compilare, segnalando indicatori importanti quali la durata, la ricorrenza, l’intensità e la tipologia dei sintomi di ogni attacco, nonché i disturbi secondari sperimentati, e i possibili fattori scatenanti.

 

Questo tipo di indagine conoscitiva serve al/a neurologo/a per classificare il tipo di emicrania (ad es. se con aura, o senza), capire quali siano i trigger principali e se il/a paziente abbiano patologie concomitanti. L’emicrania, infatti, predispone a malattie circolatorie e vascolari, e allergiche.1,2

 

Ulteriori indagini diagnostiche, ad esempio test di imaging come la risonanza magnetica vengono prescritti solo quando l’emicrania si presenti atipica, o accompagnata da sintomi allarmanti tra cui gli attacchi epilettici o eventi neuro-vascolari.3

 

 

Come si cura l’emicrania?

La cura dell’emicrania si distingue tra trattamenti sintomatici per alleviare il mal di testa in fase acuta e rimedi preventivi volti a ridurre o bloccare l’insorgenza di nuovi attacchi. Per quanto riguarda il primo tipo di intervento, esso prevede la somministrazione di farmaci da assumere nelle fasi iniziali dell’attacco e comportamenti che aiutino ad alleviare il dolore. Vediamoli entrambi.

 

 

Trattamento farmacologico

Farmaci attualmente disponibili per la cura sintomatica dell’emicrania acuta sono:

  • triptani: servono a stimolare la produzione di serotonina, che ha un effetto vasocostrittore;
  • gepanti, antagonisti selettivi del recettore CGRP, efficaci e molto ben tollerati;
  • ditani, agonisti serotoninergici dei recettori 5-HT1F, analgesici senza effetto vasocostrittore. Efficaci, ma con più effetti collaterali dei gepanti;
  • ergot derivati, sempre con azione vasocostrittrice, attualmente poco prescritti perché si accompagnano ad effetti collaterali pesanti;
  • antidolorifici aspecifici, tra cui i FANS (antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene) ed eventualmente antiemetici in caso di nausea forte.,3,4

 

 

Rimedi e stile di vita

L’emicrania è una malattia caratterizzata da un dolore forte e invalidante, e pochi sono i rimedi non farmacologici che possano risultare utili a ridurre la sofferenza. Tuttavia, conoscersi aiuta moltissimo. Se, ad esempio, ci si accorge di stare entrando nella fase prodromica, con o senza aura, è consigliato:

  • distendersi con gli occhi chiusi in un ambiente tranquillo, in penombra, in silenzio;
  • assumere caffeina, per il suo effetto vasocostrittore;
  • applicare del ghiaccio sulla fronte o sul lato della testa dolorante;
  • bere molti fluidi;
  • evitare esercizio fisico o sforzi che possono peggiorare i sintomi;
  • evitare i cibi o comportamenti con azione “trigger”.

 

 

È possibile prevenire l'emicrania?

Sì, è possibile. Esiste un protocollo terapeutico farmacologico che viene prescritto proprio allo scopo di ridurre il numero e l'intensità degli attacchi. Si tratta di farmaci o terapie adatti non al trattamento della fase acuta dell’emicrania, ma quando si è liberi dal dolore. Vediamo di che farmaci si tratta:

  • beta-bloccanti;
  • anticonvulsivanti;
  • calcio-antagonisti;
  • antidepressivi;
  • tossina botulinica;
  • inibitore dell’enzima che converte l’angiotensina.3,4

 

La terapia preventiva per l’emicrania viene stabilita dal/a neurologo/a sulla base delle caratteristiche dell’emicrania, nonché modulata sulla base della risposta del/a paziente alle cure. Inoltre, sempre a scopo preventivo, può risultare utile assumere integratori a base di vitamina B12, magnesio, coenzima Q10.4

 

 

Fonti

  1. Pescador Ruschel MA, De Jesus O. Migraine Headache. [Updated 2023 Feb 13]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2023 Jan-.
  2. Istituto Superiore di Sanità, Emicrania: una malattia di genere
  3. La Neurologia italiana, Emicrania
  4. National Institute for Neurological Disorders and Stroke Migraine (Ultimo accesso 13.05.2023)

Autore

Paola Perria
Paola Perria

Giornalista pubblicista, web content writer e medical writer. Per oltre dieci anni pubblica contenuti divulgativi su sanità, alimentazione e benessere.

In sintesi

L'emicrania è una malattia invalidante caratterizzata da forti mal di testa pulsanti, tipicamente unilaterali a prevalenza femminile

Patologie correlate

Strutture in evidenza

Tutte le strutture     Contattaci