Idrocele

Illustrazione dell'organo genitale maschile per descrivere l'idrocele

 

L’idrocele è una condizione in cui si verifica un accumulo di liquido che causa gonfiore a livello della guaina che circonda un testicolo, detta tunica vaginale. Questa condizione viene spesso riscontrata nei neonati, anche se si risolve senza necessità di trattamento già durante il primo anno di vita. In età adulta l’idrocele può verificarsi in seguito a infiammazione o ferite all’interno dello scroto, il sacco di cute che contiene i testicoli.

 

 

Indice degli argomenti

 

 

Come si manifesta l’idrocele?

Il segno che normalmente può far sospettare la presenza di idrocele è il gonfiore in uno o in entrambe i testicoli che potrebbe infondere un senso di fastidio locale nel soggetto. Quando l’idrocele si manifesta in pazienti adulti, generalmente, non è doloroso. Tuttavia, il dolore potrebbe comparire ed aumentare con il peggioramento dell’infiammazione e del conseguente gonfiore dello scroto.

 

 

 

 

Quali sono le cause e le complicanze dell’idrocele?

L’idrocele è una condizione che può comparire prima della nascita. In condizioni normali i testicoli scendono, intorno alla trentesima settimana di sviluppo, dalla cavità addominale del feto fino allo scroto. Normalmente il processo vaginale (che avvolge il canale che connette la cavità addominale con lo scroto) si chiude e la tunica vaginale avvolge i testicoli. Il fluido addominale rimane confinato intorno ai testicoli, venendo assorbito col tempo.

Talvolta può succedere che, sebbene il processo vaginale si chiuda, la tunica vaginale produca più fluido di quello che viene assorbito: in tal caso si parla di idrocele non comunicante, perché non c’è così connessione tra addome e scroto ed il fluido è quindi intrappolato intorno al testicolo.

 

Nel caso dell’idrocele comunicante, il processo vaginale non si chiude efficientemente e di conseguenza la cavità dell’addome (cavità peritoneale) rimane in comunicazione con la tunica vaginale. Ciò consente al fluido di muoversi liberamente tra i due distretti anatomici. Questa forma di idrocele è spesso accompagnata da ernia inguinale.

Quando l’idrocele viene sviluppato in età adulta, ciò può essere dovuto a ferite e/o infiammazione all’interno dello scroto. L’infiammazione è talvolta connessa ad una infezione a livello del testicolo oppure a livello dell’epididimo, un dotto di piccolo diametro dell’apparato genitale maschile, localizzato in prossimità del testicolo e che ricopre un ruolo importante nel processo di maturazione degli spermatozoi.

 

L’idrocele può portare ad alcune complicanze, elencate di seguito:

  • la massa di fluido presente può portare ad un aumento della pressione nei tessuti vicini e comportare una minore efficienza nella spermatogenesi, il processo di formazione e maturazione degli spermatozoi;
  • un possibile aumento della temperatura del fluido intrappolato all’interno dello scroto. L’aumento della temperatura porta a problemi nella spermatogenesi, e dunque può avere un’influenza negativa sulla fertilità dell’individuo;
  • ematocele, la raccolta anomala di sangue nella tunica vaginale dello scroto;
  • calcoli scrotali, una condizione causata dalla deposizione di materiale organico all’interno del fluido che caratterizza l’idrocele;
  • appendicite, che può svilupparsi a causa della compressione operata dall’idrocele;
  • ischemia testicolare, cioè una totale o parziale mancanza di afflusso di sangue a livello del testicolo causata dalla tensione provocata dall’idrocele.

 

 

Come viene diagnosticato l’idrocele?

In caso di idrocele il medico curante può utilizzare una serie di test per effettuare una diagnosi. Queste includono:

  • la transilluminazione: in base a come la luce attraversa lo scroto, il medico può capire se vi è la presenza di idrocele;
  • l’ecografia Doppler (ecodoppler): questo esame è particolarmente utile per evitare di eseguire una diagnosi errata, soprattutto quando l’idrocele è accompagnato da tumore o cancro nello stesso distretto anatomico;
  • la tomografia computerizzata;
  • la risonanza magnetica, che può fornire ulteriori informazioni come l’eventuale presenza di complicanze, come l’ematocele.

 

 

Illustrazione 3d di due testicoli, uno sano e uno affetto da Idrocele, con liquido presente all'interno dello scroto

 

 

Come si cura l’idrocele?

Il trattamento del disturbo prevede sia metodi non invasivi che metodi chirurgici:

  • metodi non invasivi: si utilizza la combinazione di aspirazione e scleroterapia. Prima di tutto si aspira il liquido dallo scroto, ed in seguito la scleroterapia serve per chiudere la piccolissima apertura creata con l’aspirazione, in modo da prevenire la possibilità di recidiva dell’idrocele;
  • metodi chirurgici: quando l’idrocele ricompare, può essere eseguita un’operazione chirurgica per rimuovere il disturbo, detta idrocelectomia. Durante questa operazione chirurgica viene effettuata una incisione nello scroto per la rimozione del fluido.

 

 

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

L’idrocele è un disturbo caratterizzato dall’accumulo di liquido attorno al testicolo che conseguentemente manifesta gonfiore e, più raramente, dolore.

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