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Insufficienza venosa cronica (IVC)

Illustrazione 3d del sistema cardiocircolatorio per descrivere l'insufficienza venosa cronica

 

L’Insufficienza venosa cronica (IVC) è una condizione patologica causata da un inadeguato ritorno del sangue venoso dagli arti inferiori al cuore

 

Sebbene l’IVC sia un disturbo potenzialmente debilitante associato a gravi complicazioni come le ulcere venose degli arti inferiori, la malattia è spesso sottovalutata o associata semplicemente ad un problema di natura estetica. L’insufficienza venosa cronica, invece, è una condizione clinica di grande impatto sociale e sanitario, con ricadute importanti sul piano dei costi per l’individuo e per la collettività.

 

 

Classificazione dell'insufficienza venosa cronica  

In base alla causa prevalente, l’insufficienza venosa cronica viene classificata in due grandi categorie:

  1. IVC organica, causata da alterazioni vere e proprie a carico delle vene;
  2. IVC funzionale, causata da una iperattività delle vene.

 

La classificazione più comunemente usata della IVC nella pratica clinica quotidiana è quella CEAP, ovvero una classificazione basata su quattro parametri: clinica, eziologia, anatomia, e patogenesi.

 

Classe 0 Assenza di segni clinici visibili di malattie venose
Classe 1 Presenza di teleangectasie o vene reticolari (diametro < 3 mm)
Classe 2  Vene varicose (con diametro > 3 mm) senza segni clinici di  IVC
Classe 3 Vene varicose con edema 
Classe 4 Vene varicose con lesioni trofiche
Classe 4a Pigmentazione e/o eczema
Classe 4b Lipodermatosclerosi e/o atrofia bianca
Classe 5 Ulcere cicatrizzate
Classe 6 Ulcere in fase attiva

 

Tabella 1: Classificazione CEAP

 

 

Epidemiologia dell'insufficienza venosa cronica

La prevalenza della IVC mostra una grande variabilità.  Complessivamente, tuttavia, si trovano vene varicose con o senza edema (stadio CEAP C2-C3) circa nel 25% della popolazione mondiale; alterazioni trofiche della pelle comprese ulcere alle gambe (C4-C6) fino al 5% .

L’IVC colpisce prevalentemente le donne con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini e con un rischio di insorgenza che aumenta proporzionalmente all’età. L’Associazione contro le Malattie Vascolari (AmaVas) sostiene che l’insufficienza venosa cronica rappresenti un problema molto diffuso nella popolazione italiana, stimando che quasi il 50% degli italiani adulti soffra di qualche disturbo attribuibile all’IVC.

 

 

 

 

 

Fattori di rischio e cause dell'insufficienza venosa cronica  

Nell’insufficienza venosa cronica, la mancata chiusura delle valvole delle vene determina l’accumulo di sangue - che normalmente viene pompato al cuore - negli arti inferiori, determinando gonfiore, pesantezza e, nei casi più gravi, ulcere alle gambe.

 

L’IVC può essere determinata da diversi fattori tra cui:

  • familiarità;
  • sesso femminile;
  • gravidanze;
  • obesità;
  • lavori che prevedono una prolungata postura in posizione eretta;
  • posture non corrette;
  • calzature e indumenti eccessivamente stretti;
  • stipsi cronica;
  • trombosi venosa profonda;
  • insufficienza valvolare;
  • vene varicose;
  • precedente infortunio alle gambe.

 

 

Sintomi e segni clinici dell’insufficienza venosa cronica  

Le fasi iniziali (Classe1-Classe 2) della malattia venosa cronica non sono associate a sintomi specifici, mentre i soggetti affetti da IVC lamentano frequentemente la presenza di "gambe pesanti", edema, prurito, dolore o crampi notturni alle gambe.

 

I segni della IVC includono:

  • teleangectasie (note come vene del ragno) e vene reticolari. Le teleangectasie sono vene intradermiche dilatate con un diametro inferiore a 1 mm, mentre le vene reticolari corrono per via sottocutanea e hanno un diametro di 1–3 mm. Sebbene questa tipologia di vene siano considerate “vene di avvertimento”, non costituiscono una prova definitiva di IVC;
  • vene varicose, conosciute anche come varici sono vene sottocutanee con un diametro superiore a 3 mm. Se la disfunzione rimane non trattata, il loro diametro può aumentare notevolmente fino al punto in cui le vene varicose diventano visibili ad occhio nudo;
  • edema alle gambe;
  • alterazioni della cute.

 

gamba di un paziente con vene varicose

 

 

Diagnosi dell’insufficienza venosa cronica  

La diagnosi di IVC avviene attraverso una completa valutazione del quadro e della storia clinica del paziente. Successivamente può essere eseguito l’ecocolordoppler, un esame ecografico indolore e non invasivo, che valuta la morfologia e la funzionalità delle vene degli arti inferiori. Attraverso l'ecografia, i medici possono determinare la presenza e la direzione del flusso sanguigno nelle vene, rilevare qualsiasi reflusso o ostruzione di flusso sanguigno e soprattutto escludere la presenza di trombosi venosa profonda.

 

 

Terapia dell’insufficienza venosa cronica 

La terapia per l’IVC prevede un approccio multidisciplinare completo che va dall’esercizio fisico alla terapia compressiva.  Gli obiettivi del trattamento, infatti, sono migliorare i sintomi, ridurre l'edema, prevenire o curare le ulcere venose. Il trattamento può includere:

  • elevazione della gamba;
  • compressione con bende, calze e dispositivi pneumatici;
  • cura delle ferite;
  • chirurgia;
  • terapia farmacologica.

 

 

Fonti

  • Berti-Hearn, Linda, Elliott, Brenda. Chronic venous insufficiency. A review for nurses. Nursing: December 2019 - Volume 49 - Issue 12 - p 24-30;
  • Bettina Santler , Tobias Goerge. Chronic venous insufficiency – a review of pathophysiology, diagnosis, and treatment. Journal of German Society of Dermatology. 2017 May;15(5):538-556. doi: 10.1111/ddg.13242;
  • P.L. Antignani, A. Vestri, C. Allegra.  L’insufficienza venosa cronica: risultati di una indagine epidemiologica in Italia. Il quaderno della flebologia. Acta Phlebologica 2005 December;6(3):117-23.

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

L’insufficienza venosa cronica è un disturbo associato a diversi segni e sintomi clinici che, in stadio avanzato, possono portare a complicanze come l'ulcera venosa degli arti inferiori.

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