Sindrome di Asperger
La sindrome di Asperger è un disturbo del neurosviluppo che si manifesta con problemi di interazione sociale e comportamenti ripetitivi. Le persone con la sindrome di Asperger non hanno ritardo mentale e problemi di acquisizione del linguaggio verbale (è una condizione detta “ad alto funzionamento”), tuttavia i gravi problemi sperimentati nella vita sociale e, in diversi casi, la contemporanea presenza di altri disturbi psichiatrici comportano una condizione di disabilità.
Descrizione della Sindrome di Asperger
La sindrome di Asperger fa parte dei disturbi dello spettro autistico (Autistic Spectrum Disorder, ASD), la categoria dei disturbi mentali che raccoglie le diverse forme sotto cui si può presentare l’autismo.
Le ultime linee guida, che fanno riferimento al manuale per la diagnosi dei disturbi mentali dell’Associazione Americana di Psichiatria (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5a edizione, DSM-5), includono la sindrome di Asperger tra i disturbi dello spettro autistico, sebbene alcuni esperti preferirebbero considerarla una condizione a sé stante, come veniva fatto nella classificazione precedente (DSM-4). Oltre alle buone abilità cognitive e linguistiche, a differenziarla vi sarebbe il fatto che, mentre nell’autismo i bambini sembrano completamente indifferenti nei confronti degli altri, nella sindrome di Asperger i bambini cercano di approcciare le altre persone, anche se lo fanno in un modo disfunzionale.
Non si conoscono le cause della sindrome di Asperger. Si pensa che fattori genetici e ambientali contribuiscano a una maturazione anomala del cervello durante lo sviluppo. È più frequente nel maschi che nelle femmine (rapporto 4:1). La sindrome di Asperger è spesso accompagnata da altri disturbi psichiatrici: deficit dell’attenzione/iperattività (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD), ansia, depressione, sindrome di Tourette, disturbo ossessivo compulsivo e, assai più raramente, disturbo bipolare e schizofrenia.
Allo origini: da dove deriva il nome della Sindrome di Asperger
La sindrome prende il nome da Hans Asperger, un pediatra austriaco, che nel 1944 pubblicò un articolo scientifico in cui descrisse un gruppo di bambini accomunati da alcune caratteristiche comportamentali come l’isolamento sociale, l’acquisizione normale o addirittura precoce del linguaggio verbale, buone abilità linguistiche con alcune peculiarità (es. l’uso di un vocabolario da cattedratico, tanto che qualcuno parla di “sindrome del piccolo professore”), un ristretto campo di interessi spesso circoscritto a tematiche eccentriche, e goffaggine nei movimenti. Asperger sottolineò anche alcune caratteristiche positive che aveva riscontrato nei suoi pazienti come la capacità di formulare pensieri estremamente originali, la propensione a coltivare interessi astratti e una rara maturità nei gusti artistici.
Come si presenta la sindrome di Asperger
Come gli altri disturbi dello spettro autistico si presenta con problemi nella comunicazione, con difficoltà nelle interazioni con gli altri e con interessi limitati e comportamenti ripetitivi. Le manifestazioni della sindrome includono:
- la difficoltà a comprendere le espressioni del viso e i toni del linguaggio usati dall’interlocutore;
- la fissazione per i dettagli in conversazioni che risultano essere lunghi monologhi;
- la mancanza di empatia;
- la resistenza ad uscire dalla propria routine;
- la scarsa coordinazione;
- l’ossessione per argomento specifico;
- il rifiuto del contatto visivo.
I sintomi della sindrome compaiono nell’infanzia, ma diventano più evidenti con la crescita, man mano che aumentano le interazioni sociali e le responsabilità della persona.
Come si diagnostica la sindrome di Asperger
I disturbi dello spettro autistico dipendono da uno sviluppo anomalo del cervello, tuttavia non sono ancora stati identificati dei marcatori biologici specifici e affidabili che possano essere valutati con esami strumentali, e perciò la diagnosi si basa esclusivamente sull’analisi del comportamento da parte di specialisti. Il comportamento viene valutato usando test standardizzati e somministrando dei questionari a coloro che si prendono cura della persona che si sospetta avere la sindrome di Asperger (famigliari, insegnanti, ecc.).
La diagnosi di sindrome di Asperger è resa complicata dall’assenza di alcuni dei campanelli di allarme tipici dei disturbi dello spetto autistico (principalmente il ritardo nell’acquisizione del linguaggio verbale) e dal mascheramento dei sintomi dovuto alla frequente presenza concomitante di altri disturbi psichiatrici. Per questo motivo, la diagnosi non viene normalmente considerata affidabile prima dei 4 anni e spesso non viene formulata prima degli 11 anni.
Come si cura la sindrome di Asperger
La terapia per la sindrome di Asperger consiste fondamentalmente nella terapia comportamentale. Interventi di riabilitazione psichiatrica e psicosociale possono infatti migliorare le interazioni sociali e l’indipendenza della persona, soprattutto se vengono iniziati precocemente. Per i sintomi dei disturbi psichiatrici che coesistono con la sindrome di Asperger si utilizzano terapie farmacologiche (p. es. psicostimolanti, antidepressivi, antipsicotici, agonisti dei recettori alfa 2 adrenergici). I farmaci risultano utili per stabilizzare il paziente, ma non curano la sindrome.
Fonti
- Barahona-Corrêa JB, Filipe CN. A concise history of Asperger syndrome: the short reign of a troublesome diagnosis. Front Psychol. 2015;6:2024. doi:10.3389/fpsyg.2015.02024
- Tarazi FI, Sahli ZT, et al. Asperger’s syndrome:diagnosis, comorbidity and therapy. Expert Rev. Neurother. 2015;15(3):281-293. doi:10.1586/14737175.2015.1009898
- Spazio Asperger ONLUS – Cos’è la sindrome di Asperger