Toxoplasmosi

Illustrazione 3d del corpo umano per descrivere la toxoplasmosi

La Toxoplasmosi in breve

La toxoplasmosi è la malattia che insorge in seguito all’infezione da parte del protozoo Toxoplasma gondii. Nella maggior parte dei casi l’infezione non provoca l’emergenza di alcun sintomo. Nei soggetti sintomatici che hanno un sistema immunitario che funziona regolarmente, la malattia è benigna e si risolve spontaneamente nell’arco di qualche settimana. Tuttavia, nei soggetti immunodepressi, come nei malati di AIDS, la toxoplasmosi può invece manifestarsi in modo grave e provocare problemi cerebrali potenzialmente fatali.

L’infezione da T. gondii è particolarmente rischiosa in gravidanza, specialmente se contratta nelle prime settimane di gestazione, perché può provocare l’aborto o gravi danni al feto. Si stima che un terzo della popolazione mondiale sia infetto da questo parassita.

Indice degli argomenti

Come ci si infetta con il parassita Toxoplasma gondii

Il T. gondii è in grado di infettare moltissime specie di animali, compresi tutti i mammiferi, ma la sua riproduzione sessuale avviene principalmente nel gatto.

L’infezione avviene per via orale. Il gatto si infetta mangiando animali che contengono cisti tissutali del parassita, che sono presenti soprattutto nel cervello, nei muscoli e nell’occhio dell’animale ingerito. Il parassita si riproduce nelle cellule epiteliali dell’intestino del gatto e viene eliminato sotto forma di oocisti del parassita nelle feci, che vanno a contaminare acqua, suolo e piante. Gli animali si infettano ingerendo materiale contaminato.

Nel caso dell’uomo l’infezione avviene per ingestione di carni crude come i salumi, o poco cotte, che contengono le cisti tissutali, oppure vegetali o altri alimenti contaminati dalle oocisti; ci si può infettare anche per contaminazione delle mani con le feci del gatto, per esempio pulendo la lettiera.

Per prevenire l’infezione da T. gondii è utile:

  • lavare con cura frutta e verdura;
  • mangiare carne ben cotta;
  • evitare di bere acqua non depurata;
  • evitare il contatto con la lettiera del gatto.

Sintomi e caratteristiche della toxoplasmosi

Le manifestazioni cliniche della toxoplasmosi dipendono dalle caratteristiche dell’ospite, in particolare dall’efficienza del suo sistema immunitario. Nel paziente immunocompetente (cioè con un sistema immunitario che lavora bene) l’infezione è asintomatica nell’80-90% dei casi.

Nei restanti casi, la toxoplasmosi si manifesta con linfoadenopatia e sintomi simil-influenzali (febbre, astenia, malessere) e, più raramente, con dolori muscolari, esantema cutaneo e ingrossamento del fegato. L’infezione acuta si risolve nel giro di qualche settimana. Dopo la guarigione della fase acuta, le cisti tissutali che si formano e permangono nel tessuto cerebrale, muscolare e oculare danno luogo a un’infezione cronica latente, che non è rilevante dal punto di vista clinico.

Toxoplasmosi e immunodepressione (AIDS, HIV, ...)

Nel paziente immunodepresso (il cui sistema immunitario è indebolito da altre malattie come AIDS e HIV o da alcune terapie ), è però possibile la riattivazione dell’infezione latente che può danneggiare soprattutto il cervello (neurotoxoplasmosi) e il polmone. La neurotoxoplasmosi si manifesta con emiparesi (deficit motorio a carico di una metà del corpo), incapacità di articolare le parole (disartria), alterazioni del comportamento e dello stato di coscienza e altri deficit neurologici (p. es. atassia).

Se non trattata la neurotoxoplasmosi può essere fatale nel giro di pochi giorni.

La polmonite da Toxoplasma gondii è una condizione medica rara e grave che può verificarsi quando il parassita Toxoplasma gondii infetta i polmoni di un individuo immunocompromesso.

Questo può portare a sintomi respiratori come tosse, difficoltà respiratoria, dolore toracico e febbre. La polmonite da T. gondii è particolarmente pericolosa per le persone con sistemi immunitari compromessi, poiché il loro corpo ha difficoltà a combattere l'infezione.

Il trattamento della polmonite da T. gondii coinvolge generalmente farmaci antiparassitari e la gestione delle complicazioni respiratorie. 

Toxoplasmosi e rischi durante gravidanza

L’infezione da T. gondii può essere trasmessa dalla madre al feto. La probabilità che una donna incinta che contrae l’infezione la trasmetta al nascituro è più alta nel secondo e terzo trimestre di gravidanza rispetto al primo trimestre, ma le conseguenze sono tanto più gravi quanto più precoce è l’infezione. Se è contratta nelle prime settimane di gestazione si possono verificare l’aborto spontaneo o la morte in utero, oppure può insorgere la toxoplasmosi congenita grave. Se l’infezione è contratta nelle settimane successive, molti neonati risultano invece asintomatici. Per esempio, se viene contratta nel terzo trimestre, alla nascita nove neonati su dieci non hanno segni apparenti della malattia.

Se la toxoplasmosi materna viene opportunamente trattata, il rischio di trasmissione e di conseguenze gravi si riduce notevolmente. Tra le manifestazioni della toxoplasmosi congenita vi sono problemi alla vista o cecità, problemi all’udito o sordità, anemia, ittero e polmonite.

I danni al sistema nervoso possono causare microcefalia (ridotto sviluppo del cranio), epilessia, encefalite (infiammazione del cervello), idrocefalo e ritardo psicomotorio o mentale. In alcuni casi la toxoplasmosi congenita è evidente già alla nascita (toxoplasmosi neonatale), mentre in altri casi compare nei mesi successivi.

Coloro che hanno sofferto di toxoplasmosi congenita o hanno contratto l’infezione nei primi mesi di vita possono sviluppare a distanza di tempo una malattia degli occhi, la corioretinite, che si presenta con visione offuscata, dolore oculare e intolleranza alla luce (fotofobia); in qualche caso il recupero della visione, che di solito avviene in pochi giorni, può essere incompleto.

 

Foto di donna incinta con maglietta bianca con in braccio un gatto arancione appoggiato sul seno destro per simboleggiare la toxoplasmosi

Come si diagnostica la toxoplasmosi

La diagnosi dell’infezione acuta da T. gondii può essere diretta, mediante ricerca dei tachizoiti del parassita tramite tecniche di microscopia o PCR su campioni biologici, oppure può essere indiretta, mediante ricerca di anticorpi specifici nel siero del paziente.

Sulla base della presenza degli anticorpi di classe IgM (che compaiono precocemente durante l’infezione) e di classe IgG (che compaiono dopo 1-2 settimane e persistono a lungo) è possibile capire se si tratta di un’infezione recente o meno recente. Il test per la toxoplasmosi fa parte degli esami di screening che vengono prescritti di routine alle donne in gravidanza (TORCH test).

La PCR eseguita su un campione di liquido amniotico ottenuto mediante amniocentesi consente di documentare l’infezione fetale, mentre con l’ecografia e la risonanza magnetica è possibile identificare eventuali anomalie fetali, come microcefalia e calcificazioni cerebrali.

Come si cura la toxoplasmosi

La toxoplasmosi acuta generalmente non richiede nessun trattamento. Si ricorre alla terapia farmacologica quando sono presente complicanze come polmonite, encefalite o miocardite.

Per trattare la toxoplasmosi si utilizzano combinazioni di pirimetamina, sulfadiazina e acido folinico; il trattamento, per via orale, deve proseguire per 2-4 settimane.

In gravidanza il farmaco di elezione è la spiramicina, che non è in grado di attraversare la placenta; in caso di infezione fetale documentata, la terapia con pirimetamina e sulfadiazina va usata sotto stretto controllo di uno specialista, visti i possibili effetti indesiderati sul feto.

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

La toxoplasmosi è una malattia parassitaria causata dal protozoo Toxoplasma gondii, che può colpire gli esseri umani e altri animali.

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