Drenaggio toracico

Illustrazione 3d di un polmone per descrivere il Drenaggio toracico

 

Il drenaggio toracico è una pratica chirurgica in cui dei cateteri (tubicini lunghi e flessibili inseriti attraverso la parete toracica tra costole e cavità pleurica), vengono inseriti nella cavità pleurica, per favorire la fuoriuscita di aria o liquidi e permettere ai polmoni di distendersi completamente: il catetere, infatti, viene collegato ad un sistema di drenaggio, che consente l’eliminazione di tutto ciò che si è accumulato.

 

A seconda della condizione clinica in cui si trova il paziente, il drenaggio toracico potrà essere impiegato per rimuovere:

  • aria (in caso di pneumotorace);
  • liquidi (in caso di versamento pleurico);
  • pus (in caso di empiema); oppure
  • sangue (in caso di emotorace). 

 

 

Indice degli argomenti

 

 

Come si esegue il drenaggio toracico

Il drenaggio toracico si esegue in anestesia generale, in sala operatoria. Il paziente può venire intubato con tubi inseriti in trachea che forniscono direttamente ossigeno ai polmoni. Solitamente il paziente viene posizionato in posizione supina, su di un fianco. Come prima cosa, il chirurgo esegue delle incisioni sul petto, dove inserirà il toracoscopio ed eventualmente altri strumenti chirurgici.

 

La posizione delle incisioni dipende dalla porzione di torace che si intende indagare e dalle caratteristiche del paziente: in generale, per avere una via d’accesso anteriore al torace, le incisioni effettuate sono laterali, e il paziente viene posizionato in maniera supina, sdraiato su un fianco. Di solito vengono impiegate due incisioni e vengono inseriti due cateteri, ma, al bisogno, può esserne inserito anche un terzo.

 

Per guidare con precisione il medico sul posizionamento di questi dispositivi, sono utilizzate tecniche di imaging come l’ecografia (tecnica che sfrutta il modo in cui gli ultrasuoni rimbalzano su un tessuto e ritornano a un rilevatore per tracciare la struttura della porzione anatomica in esame), la tomografia computerizzata (tecnica radiologica che consiste nell’unire più scansioni effettuate con raggi X su tutti i piani di rotazione del corpo) o la fluoroscopia (tecnica in grado di osservare il movimento di liquidi all’interno di un tessuto) o una combinazione di queste tecniche per guidare il posizionamento dei cateteri. Solitamente, per fare da guida al drenaggio pleurico si sceglie l’ecografia, in quanto non espone il paziente a radiazioni ionizzanti e permette di avere le immagini in tempo reale.

 

Il catetere viene collegato a un sistema di drenaggio sterile monouso. È importante scegliere la misura adeguata del catetere che, senza piegarsi od occludersi, deve consentire agevolmente la fuoriuscita di aria o liquidi. L'obiettivo principale dell'operazione, infatti, è rimuovere quanto più possibile liquido, aria, sangue o pus dalla cavità polmonare: di norma, tutto questo è realizzato in modo efficiente senza richiedere troppo tempo.

 

Dal momento che la presenza per periodi prolungati di corpi estranei, per quanto sterili, potrebbe innescare pericolose complicanze, è bene rimuovere il drenaggio toracico il prima possibile: facendo molta attenzione, quindi, il medico rimuoverà prima i bendaggi sulle incisioni e poi i cateteri con insieme il sistema di drenaggio. Al fine di assicurarsi che il drenaggio toracico sia stato efficace si andranno a eseguire esami radiologici. Nel caso in cui l’accumulo persistesse potrebbe essere necessaria l’esecuzione di un nuovo drenaggio toracico. 

 

 

 

 

A cosa serve il drenaggio toracico

Come già sottolineato, il drenaggio toracico è una procedura molto utile per trattare diverse condizioni, tra cui:

  • pneumotorace (la presenza di aria tra le pleure, le membrane che rivestono i polmoni) oppure in caso di distrofia bollosa, un’alterazione della struttura dei polmoni caratterizzata dalla comparsa di bolle d’aria negli alveoli polmonari;
  • emotorace (la presenza di aria tra le pleure);
  • fratture di costole;
  • a seguito di interventi di chirurgia toracica;
  • in caso di versamento pleurico (la presenza di liquido nella cavità pleurica);
  • in caso di empiema (accumulo di pus nella cavità pleurica).

 

 

Rischi e complicanze del drenaggio toracico

Tra le complicanze più comuni derivanti dall’inserzione di un catetere nella cavità pleurica troviamo:

  • lesioni del diaframma e degli organi addominali interni; 
  • lesioni polmonari; 
  • sanguinamenti dovuti alla lesione di vasi sanguigni;
  • aritmie cardiache, per contatto del drenaggio con il cuore;
  • infezioni.

 

Il drenaggio toracico, quindi, è un esame che viene utilizzato per trattare numerose condizioni cliniche che coinvolgono la cavità toracica, per esempio il versamento pleurico e la distrofia bollosa.

 

 

Illustrazione di un polmone sano e un polmone collassato con aria all'interno dello spazio pleurico e nel lato inferiore due contenitori, un collettore e un sigillo a tenuta stagna per drenare il liquido toracico

 

 

Fonti

 

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

Il drenaggio toracico è una pratica chirurgica che serve per favorire la fuoriuscita di aria o liquidi dalla cavità pleurica.

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