Con il termine angina pectoris si indica un quadro patologico che si manifesta con dolore al petto quando il cuore riceve uno scarso afflusso di sangue, causando una carenza di ossigeno e di nutrienti da parte delle cellule del cuore.

L’angina, infatti, fa parte delle malattie cardiovascolari e costituisce uno degli esiti della malattia coronarica. Secondo il Ministero della Salute, rappresenta la metà degli eventi coronarici registrati in Italia. Secondo il Progetto Cuore del Ministero della Salute, inoltre, il 2% degli uomini e il 3,8% delle donne in Italia, nel periodo tra 2008 e 2012, ha sofferto di angina pectoris.

Indice
  • 1 Descrizione dell’angina pectoris
  • 2 Tipologie di Angina Pectoris
  • 3 La diagnosi dell’angina pectoris
  • 4 I sintomi dell’angina pectoris 
  • 5 Gestione e cura dell’angina pectoris 
  • 6 Fonti

Descrizione dell’angina pectoris

Ciò che causa il dolore nell’angina è una mancata corrispondenza tra la richiesta di ossigeno da parte delle cellule del cuore e l’effettivo apporto di ossigeno dato dalle arterie che irrorano il cuore, le coronarie.

Fattori diversi comestress, ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia innescano un danno nelle cellule che costituiscono le pareti delle arterie, determinando di fatto il restringimento del diametro dell’arteria. Più il lume delle arterie è stretto, meno sangue riesce a scorrere al suo interno e, di conseguenza, meno ossigeno riescea raggiungere i tessuti.

Durante i periodi di maggiore richiesta di ossigeno da parte del cuore, come in caso di malattia, stress ed esercizio fisico, il restringimento delle arterie (detto stenosi) impedisce un adeguato apporto di ossigeno.

Tipologie di Angina Pectoris

Esistono diverse tipologie di questo quadro clinico:

  • Angina stabile: si verifica quando il dolore al petto si verifica solo in caso di sforzo fisico o di stress psicofisico, e diminuisce con il riposo o la somministrazione di farmaci. È detta anche angina da sforzo. In generale, i pazienti affetti da angina stabile riescono a gestire agevolmente la malattia. Occorre ricordare, però, che l’angina stabile è un avvertimento che indica di essere maggiormente esposti al rischio di ischemia o infarto del miocardio, e che spesso può progredire ad angina instabile.
  • Angina instabile: in questo caso i sintomi non sono prevedibili, possono sopraggiungere a riposo e non rispondono a farmaci. L’angina instabile solitamente è dovuta a una maggior progressione della malattia coronarica, e quindi a un restringimento più accentuato delle arterie che irrorano il cuore.Spesso questi fattori si combinano anche ad eventi trombotici, in cui “detriti” lipidici tipici della malattia coronarica si staccano dalla parete delle arterie ed entrano in circolo. L’angina instabile può condurre all’infarto del miocardio e richiede un intervento medico immediato.
  • Angina di Prinzmetal: considerata una forma di angina instabile non causata da ostruzioni dei vasi coronarici.

Inoltre l’angina pectoris può essere classificata in:

  • Angina primaria: quando c’è una riduzione del flusso sanguigno che irrora i tessuti del cuore.
  • Angina secondaria: quando c’è un’eccessiva richiesta metabolica di ossigeno da parte dei tessuti del cuore.

La diagnosi dell’angina pectoris

Generalmente, in seguito all’esperienza di dolori al petto ci si rivolge al medico che valuterà la presenza di malattia coronarica. Al paziente verranno chieste informazioni sulle condizioni in cui ha provato il dolore, informazioni sul suo stato di salute e sul suo stile di vita (per esempio se pratica attività fisica o se fuma). Inoltre, verranno effettuate misurazioni della pressione, esami del sangue ed esami delle urine.

Una volta stabilita la presenza di malattia coronarica, lo specialista dovrà accertare l’angina pectoris e se si tratta di angina stabile o angina instabile. In particolare vengono eseguiti i seguenti test diagnostici:

  • Elettrocardiogramma (ECG): si tratta di un esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco; in presenza di scarso afflusso di sangue al cuore, l’elettrocardiogramma avrà un tracciato anomalo.
  • Test di tolleranza allo sforzo: test che monitora i parametri cardiaci mentre il paziente esegue uno sforzo fisico (come pedalare una cyclette), utile per stabilire l’andamento del dolore con lo sforzo.
  • Coronarografia diagnostica: un esame radiologico con mezzo di contrasto volto a individuare e quantificare il restringimento delle arterie causato dalla malattia coronarica.

I sintomi dell’angina pectoris 

Gestione e cura dell’angina pectoris 

In base al tipo di angina diagnosticata, seguirà una gestione e un trattamento diverso:

  • Nel caso di angina stabile, i sintomi vengono trattati solitamente con il farmaco nitroglicerina, che può essere associato a beta-bloccanti. Oltre alla riduzione dei sintomi, la gestione dell’angina stabile prevede azioni volte a ridurre nuovi attacchi di angina e la malattia coronarica, come l’adozione stili di vita più protettivi, per esempio la riduzione della sedentarietà e l’astensione dal fumo.
  • Nel caso di angina instabile, vengono prescritti farmaci che aiutano a prevenire l’infarto. Inoltre, se il rischio di infarto è elevato, il paziente verrà sottoposto a un intervento di bypass aorto-coronarico o di angioplastica coronarica.

Fonti