Aferesi terapeutica

 Illustrazione 3d del sistema cardiocircolatorio per descrivere gli l'aferesi terapeutica

 

L’aferesi terapeutica è una pratica che consiste nel prelievo di sangue intero da un paziente e nella successiva separazione del sangue nelle sue componenti cellulari. Il sangue, infatti, consiste di una sospensione di cellule in una componente liquida detta plasma.

 

 

Indice degli argomenti

 

 

Che cos'è l'aferesi

L’aferesi è in grado di separare le diverse porzioni che compongono il sangue.

Il sangue, infatti, ha una composizione eterogenea: le parti cellulari non sono tutte uguali, ma si distinguono in globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e così via. Il plasma è la soluzione in cui sono disciolte numerose sostanze che costituiscono la componente liquida del sangue: nutrienti, sali minerali, proteine (prima tra tutte l’albumina), grassi, anticorpi ed altre sostanze che servono ad indirizzare la risposta immunitaria.

 

Ogni componente cellulare, e il plasma stesso, possiede un determinato peso specifico e proprio in base a questa caratteristica viene effettuata l'aferesi.

Il processo che opera la separazione è detto di centrifugazione, cioè una rotazione ad altissima velocità che consente alle componenti di diverso peso specifico di separarsi. L'aferesi viene effettuata sui campioni di sangue provenienti da donatori per ottenere solo delle componenti sanguigne (ad esempio il plasma, o le piastrine), mentre l’aferesi terapeutica è utilizzata per trattare pazienti con una varietà di disturbi e malattie a carico del sangue, ed è una modalità di trattamento relativamente comune.

 

 

 

 

Differenti tipi di aferesi terapeutica

L’aferesi terapeutica si distingue in:

  • plasmaferesi, procedura che separa la componente liquida del sangue (plasma) da quella solida, costituita da cellule. Questa metodica, quando viene fatta a scopo terapeutico, è detta anche plasma-exchange o scambio plasmatico;
  • citaferesi, procedura che separa le singole componenti cellulari del sangue. Viene utilizzata per rimuovere un componente del sangue sovrabbondante o anomalo, comprende l'eritrocitoferesi (rimozione dei globuli rossi), la leucoferesi (rimozione dei globuli bianchi) e la trombocitoaferesi, nota anche come piastrinoaferesi (rimozione delle piastrine). La citaferesi può anche comportare la raccolta di uno specifico sottoinsieme di cellule a fini terapeutici, per esempio utili per il trapianto di cellule staminali.

 

 

Come si esegue l’aferesi terapeutica

La procedura di aferesi dura da 90 a 120 minuti, e avviene in ospedale, solitamente nel reparto trasfusionale. L’aferesi viene effettuata con un separatore automatizzato, che è in grado di separare componenti solide e liquide del sangue (o le varie componenti cellulari) in maniera efficiente, senza modificare il volume totale del plasma.

 

Per questa procedura è necessario effettuare degli accessi venosi, solitamente nella parte superiore del corpo, all’altezza della vena giugulare (localizzata sul collo) o altrimenti nella vena femorale (situata nella zona inguinale del corpo). In particolare, il separatore cellulare viene collegato al paziente attraverso due accessi venosi, uno per il prelievo del sangue e l’altro per la reinfusione del plasma trattato: tutto il processo avviene a ciclo continuo, in modo che il paziente abbia sempre una quantità adeguata di sangue in circolo.

 

Una volta prelevato, il sangue viene sottoposto a centrifugazione, ovvero, il recipiente che lo contiene nella macchina automatica, viene fatto ruotare sul proprio asse ad altissima velocità: in base alla diversa densità e al diverso peso specifico, a seguito della centrifugazione le componenti del sangue saranno separate.

 

Nel caso della plasmaferesi la componente liquida viene convogliata in una sacca di scarto e sostituita con una soluzione fisiologica, oppure con plasma scongelato (la scelta della soluzione da infondere dipende dalla patologia del paziente), mentre la parte cellulare viene reinfusa. A volte per effettuare l’aferesi viene utilizzato un catetere venoso centrale, cioè un tubo cavo lungo, flessibile e sottile che viene inserito in una grande vena in anestesia locale, e che consente un accesso venoso a lungo termine. Dopo la procedura, il paziente rimarrà per un po’ di tempo in osservazione e poi potrà tornare a casa.

 

 

Paziente seduto vestito di blu con siringa inserita nel braccio nel corso di un trattamento di aferesi terapeutica

 

 

A cosa serve l’aferesi terapeutica

La plasmaferesi è utilizzata per il trattamento di patologie in cui è presente nel plasma una sostanza che può causare danni all’organismo. Questa procedura è utilizzata come trattamento primario per la porpora trombotica trombocitopenica immunitaria (grave malattia del sangue) o in aggiunta ad altre terapie.

 

La citaferesi viene utilizzata per trattare malattie a carico delle componenti cellulari del sangue, come l’anemia falciforme, in rare complicanze della malaria, in caso di leucemie (malattie tumorali a carico del sangue) e anche per trapianti di midollo.

 

 

Rischi e complicanze dell’aferesi terapeutica

L'aferesi non è un trattamento completamente privo di rischi, ma generalmente presenta una bassa incidenza di complicanze (dal 5 al 12%) principalmente lievi o moderate. Le più comuni sono:

 

 

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

L’aferesi terapeutica è una pratica che prevede il prelievo di sangue intero da un paziente e la successiva separazione del sangue nei componenti cellulari.

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