Flutter atriale

Illustrazione 3d di un cuore per descrivere il flutter atriale

 

Il flutter atriale è un tipo di aritmia, ovvero un’alterazione del ritmo cardiaco. In particolare, l’impulso che fa partire la contrazione del cuore risulta accelerato (tra i 200 e i 500 battiti al minuto) e non sincronizzato tra i vari tessuti cardiaci. Questa patologia, che ha numerosi tratti in comune con la fibrillazione atriale, può condurre a complicanze come embolia polmonare e insufficienza cardiaca.

 

 

Cos’e il flutter atriale

Il flutter atriale è un’anomalia nel sistema elettrico che permette la contrazione del cuore. Fa parte delle aritmie ed è correlata, oltre a essere molto simile per meccanismo di funzionamento, sintomi, complicanze e trattamento richiesto, alla fibrillazione atriale. Come quest’ultima, infatti, il flutter atriale è un’anomalia dell’impulso elettrico che si origina dalle cellule degli atri cardiaci. Il flutter atriale ha un’incidenza di circa 1/10 rispetto alla fibrillazione atriale: i dati dello studio epidemiologico Marshfield Epidemiology Study Area riportano che l’incidenza di questa patologia, ogni anno, è di 88 persone su 100.000. L’incidenza tra le persone di età inferiore ai 50 anni è di 5 su 100.000, ma sale bruscamente a 587 su 100.000 se si considerano le persone di età superiore agli 80 anni. È stato dimostrato che il flutter atriale precede o coesiste con la condizione di fibrillazione atriale.

 

Il cuore è l’organo responsabile del pompaggio del sangue attraverso la circolazione sistemica, verso i tessuti che necessitano ossigeno, e attraverso la circolazione polmonare, dove il sangue viene ossigenato dai polmoni. Il sangue viene pompato nel sistema vascolare grazie alla natura muscolare del cuore, che si contrae in maniera ritmica. Il cuore è costituito cellule muscolari in grado di contrarsi autonomamente e di ricevere e integrare segnali elettrici, i cardiomiociti. L’impulso per la contrazione origina da una regione del cuore detta nodo seno atriale, poi viene trasmesso agli atri e dopo ai ventricoli: il sangue quindi passerà dagli atri ai ventricoli e poi dai ventricoli alla circolazione sistemica e polmonare. Il parametro fisiologico per misurare queste contrazioni è il battito cardiaco.

 

L’impulso elettrico, quindi, farà contrarre prima gli atri, che spingeranno il sangue nei ventricoli, e poi i ventricoli, che pompano il sangue nel sistema arterioso, in maniera ritmica. Inoltre, perché la contrazione cardiaca sia efficace, le cellule muscolari devono ricevere e integrare gli impulsi elettrici in maniera sincronizzata. Quando insorgono problemi nella genesi e nella propagazione degli impulsi elettrici cardiaci, si parla di aritmia. In particolare, a causa di vari fattori non del tutto chiariti, l’impulso di contrazione del battito cardiaco non si origina dal nodo seno atriale, ma le cellule che costituiscono gli atri iniziano a contrarsi in maniera indipendente: nella fibrillazione atriale, l’impulso è accelerato e caotico, mentre nel flutter atriale il meccanismo è lo stesso ma l’impulso risulta ritmico. In entrambi i casi il risultato è una compromissione della contrazione degli atri: dal momento che essa contribuisce solo per il 30% al riempimento dei ventricoli, l’attività cardiaca quindi non cesserà, ma il parziale ristagno di sangue negli atri aumenta il rischio di eventi trombotici.

 

 

 

 

 

La diagnosi del flutter atriale 

Come tutte le anomalie dell’attività elettrica del cuore, il flutter atriale è diagnosticato attraverso l'elettrocardiogramma (ECG): si tratta di un esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco ed è in grado di segnalare anomalie nella genesi o nella propagazione degli impulsi. Quando c’è una fibrillazione atriale di tipo parossistico (di frequenza e durata variabile, strettamente connessa al flutter atriale), può essere utile effettuare un ECG monitorato da un holter cardiaco, dispositivo che registra il tracciato del cuore per 24 ore.

 

 

I sintomi e le complicanze del flutter atriale 

Come per la fibrillazione atriale, i sintomi del flutter atriale dipendono soprattutto dalla frequenza con cui si contraggono i ventricoli; spesso questa condizione è asintomatica e viene scoperta in sede di visita cardiologica. Quando invece il flutter incide anche sulla frequenza di contrazione dei ventricoli i sintomi più comuni sono:

  • palpitazioni;
  • vertigini;
  • dispnea (difficoltà respiratorie, sensazione di affanno);
  • affaticabilità;
  • sincope.

 

La complicanza principale del flutter, come la fibrillazione atriale è l’ictus tromboembolico: il ristagno di sangue negli atri può portare alla formazione di trombi, che, se immessi in circolo, possono ostruire un’arteria, causando ictus, infarto intestinale, infarto renale, embolia polmonare.

 

 

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Trattamento del flutter atriale 

Il flutter atriale viene trattato allo stesso modo della fibrillazione atriale, attraverso diverse procedure:

  • cardioversione elettrica, intervento in cui il paziente è sotto sedazione e il cuore viene sottoposto a scariche elettriche che hanno lo scopo di ripristinare la normale attività elettrica del cuore;
  • ablazione transcatetere: terapia che consiste nell’introdurre un catetere in un vaso sanguigno e fargli raggiungere il cuore, dove viene posizionato nel punto in cui si origina l’aritmia;
  • prevenzione degli eventi tromboembolici attraverso la somministrazione di farmaci anticoagulanti.

 

Per saperne di più sugli altri disturbi del battito cardiaco, consulta le schede sulla bradiaritmia, sulla fibrillazione atriale e sulla fibrillazione ventricolare.

 

 

Fonti

Autore

Osmosia s.r.l.
Osmosia s.r.l.

Agenzia di medical writing composta da un mix multidisciplinare di esperti su tematiche afferenti ogni principale area clinica sanitaria.

In sintesi

Il flutter atriale è un tipo di aritmia determinata da contrazioni frequenti e irregolari degli atri del cuore.

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