Il termine cardiomiopatia raggruppa tutte le malattie che coinvolgono alterazioni (funzionali o anatomiche, genetiche o acquisite) a carico del miocardio e che portano ad un mal funzionamento dell’attività contrattile del cuore.

Queste condizioni possono portare a una compromissione dell’attività cardiaca, con scarso afflusso di sangue nei tessuti e rischio di sincope, insufficienza cardiaca e morte aritmica improvvisa.

Indice
  • 1 Descrizione della cardiomiopatia
  • 2 Tipologie di cardiomiopatie
  • 3 La diagnosi di cardiomiopatia
  • 4 I sintomi e le complicanze della cardiomiopatia
  • 5 Gestione e trattamento della cardiomiopatia
  • 6 Fonti

Descrizione della cardiomiopatia

Il cuore, l’organo responsabile dell’afflusso di sangue in tutti i tessuti del corpo umano, è suddiviso in quattro cavità, separate da strutture anatomiche dette setti: gli atri destro e sinistro, che accolgono rispettivamente il sangue proveniente dalla circolazione sistemica (che è povero di ossigeno) e polmonare (ricco di ossigeno), ed i ventricoli destro e sinistro, che contraendosi spingono, rispettivamente, il sangue attraverso la circolazione polmonare e sistemica.

La funzione contrattile del cuore è determinata grazie al fatto che le pareti delle camere cave che lo costituiscono sono fatte di tessuto muscolare, detto miocardio. Ad ogni ciclo cardiaco atri e ventricoli si contraggono automaticamente per assicurare il corretto funzionamento di tutto il sistema cardiocircolatorio. Quando, a causa di difetti genetici o in presenza di patologie come l’ipertensione arteriosa, si ha un mal funzionamento del sistema contrattile del cuore, si ha una cardiomiopatia.

Tipologie di cardiomiopatie

Le cardiomiopatie sono un tipo particolare di cardiopatie e si differenziano in:

  • cardiomiopatia ipertrofica, quando, soprattutto a causa di fattori genetici, si verifica un ispessimento in corrispondenza della parete del ventricolo sinistro e del setto che separa i ventricoli. Questo determina una diminuzione del volume del ventricolo sinistro: il risultato finale è un deterioramento dell’attività cardiaca, con meno sangue – e ossigeno – che arriva ai tessuti;
  • cardiomiopatia dilatativa, prima causa di trapianto di cuore, si verifica quando si ha una dilatazione della parete del ventricolo sinistro che nel corso del tempo porta alla diminuzione della sua capacità contrattile. Il risultato è un anormale meccanismo di riempimento del ventricolo, con una riduzione del volume di sangue immesso in circolo e un aumento della pressione arteriosa;
  • cardiomiopatia aritmogena, è una cardiomiopatia ereditaria, che comporta alterazioni del battito cardiaco cioè aritmie cardiache. In questa tipo di cardiomiopatia, le proteine che di solito tengono insieme le cellule del muscolo cardiaco sono anormali e possono causarne la morte, determinando un assottigliamento delle pareti di atri e ventricoli che compromette la funzionalità cardiaca;
  • cardiomiopatia restrittiva, è la cardiomiopatia meno comune e viene generalmente diagnosticata nei bambini. In questo caso le cellule muscolari del cuore vengono sostituite con tessuto cicatriziale, si ha quindi congestione cardiaca e accumulo di liquidi nei tessuti periferici.

La diagnosi di cardiomiopatia

Le cardiomiopatie sono una classe di malattie eterogenea e con un decorso molto variabile, la diagnosi non avviene sempre e non è sempre agevole. Solitamente si ha il sospetto di una cardiomiopatia a seguito di un evento cardiovascolare, ma anche dopo la rilevazione di un soffio al cuore. Le cardiomiopatie generalmente vengono accertate con i seguenti esami:

  • elettrocardiogramma (ECG), si tratta di un esame che traccia l’andamento elettrico del battito cardiaco, in presenza di scarso afflusso di sangue al cuore, l’elettrocardiogramma avrà un tracciato anomalo;
  • ecocardiogramma, esame che, attraverso l’utilizzo di ultrasuoni, riesce a fornire un’immagine dettagliata dei tessuti, grazie a questo esame il medico può visualizzare la regione del miocardio in cui è presente l’anomalia strutturale;
  • risonanza magnetica cardiaca, esame che si esegue in un macchinario capace di generare un campo magnetico e che consente di fornire informazioni anche sulla struttura fibrotica del cuore;
  • test genetici, volti a individuare eventuali cardiomiopatie ereditarie.

I sintomi e le complicanze della cardiomiopatia

I sintomi delle cardiomiopatie sono piuttosto aspecifici, e sono comunemente quelli dei pazienti che soffrono di malattie cardiache, cioè:

  • dispnea, sensazione di affanno che può verificarsi sia sotto sforzo fisico che a riposo;
  • dolore toracico;
  • battito cardiaco irregolare;
  • affaticabilità;
  • edemi periferici.

Le cardiomiopatie possono condurre a diverse complicanze, tra cui:

Gestione e trattamento della cardiomiopatia

I trattamenti comuni alle diverse cardiomiopatie sono i seguenti:

  • somministrazione di farmaci come beta-bloccanti e calcio antagonisti, che, riducendo la forza di contrazione del cuore, garantiscono una migliore perfusione di tutti i tessuti e ACE-inibitori, diuretici, sartani, che sono in grado di trattare i sintomi dell’insufficienza cardiaca;
  • impianto di un defibrillatore automatico o pace-maker, dispositivi in grado di monitorare costantemente il ritmo del battito cardiaco e, in caso di aritmia, intervenire direttamente sul tessuto che mostra l’anomalia elettrica;
  • nel caso della cardiopatia ipertrofica, intervento chirurgico di miectomia, che consiste nel rimuovere la porzione di ventricolo ispessita, ripristinando il volume normale;
  • trapianto di cuore.

Le cardiomiopatie, quindi, sono malattie, spesso genetiche a carico del miocardio: per approfondire l’argomento, consulta le schede su cardiomiopatia ipertrofica e cardiomiopatia dilatativa.

Fonti